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CATANZARO – Il governatore Scopelliti, pochi giorni fa, brindava al successo per: “La Calabria ha superato la soglia di criticità per i livelli essenziali di assistenza per l’anno 2012″(LEGGI L’ARTICOLO). Cinque giorni dopo, arrivano i dati riferiti all’anno precedente, quando invece le condizioni dei Lea non sono poi così positive. E’ il Ministero della Salute ad evidenziare che la Calabria, insieme a Campania e Puglia, presentavano valori ‘critici’ nel 2011 o comunque non ancora sufficienti per tutti i 21 criteri analizzati (Griglia Lea). 

IL QUADRO DIFFUSO DAL MINISTERO – Le Regioni zoppicano ancora, soprattutto sul fronte vaccinazioni ma nel complesso il quadro comincia a girare in positivo visto che nel 2011 diventano 9, circa la metà, quelle ‘promossè nell’erogazione dei Livelli essenziali di assistenza, tutte quelle prestazioni che dovrebbero essere garantite in modo omogeneo su tutto il territorio. A entrare nel gruppo di testa, tra le Regioni a statuto ordinario, la Liguria, che tra 2010 e 2011 ha fatto bene i suoi ‘compiti’ secondo il monitoraggio Lea del ministero della Salute, uno degli adempimenti cui sono tenute le Regioni (che consente tra l’altro di accedere a un 3% in più di finanziamento ‘premialè dal fondo sanitario nazionale). Ma a dare segni incoraggianti sono anche altri tre territori alle prese con i conti in rosso della sanità, Lazio, Sicilia e Molise, anche in virtù, si osserva nel report, del buon esito dei piani di rientro. 
Ancora non si parla di sufficienza piena, quel disco verde che hanno anche Emilia Romagna, Umbria, Toscana, Marche, Veneto, Piemonte, Lombardia e Basilicata, ma si cominciano a vedere indicatori di inversione di tendenza: tutte e tre le Regioni dovranno comunque ancora impegnarsi in particolare su vaccini, assistenza residenziale e ospedaliera e sui programmi di screening cui in generale ancora una percentuale troppo bassa di italiani aderisce. 
Nella fotografia scattata dal report, restano tra le ‘bocciate’ invece Campania, Puglia e Calabria, che presentano valori ‘critici’ o comunque non ancora sufficienti per tutti i 21 criteri analizzati (Griglia Lea) Tra le buone performance registrate nel 2011 si annoverano soprattutto un calo dei ricoveri, insieme a un aumento dell’appropriatezza, cioè meno cure inutili per i pazienti (erogate peraltro a carico del pubblico). Quindi meno inefficienza, una delle ‘parole chiavè anche per guardare al nuovo Patto per la Salute, ancora in via di definizione. Ma la corretta erogazione dei Lea ha, e avrà un ruolo anche nella definizione dei costi standard, visto che si tratta di uno degli adempimenti indispensabili per poter essere annoverate tra le Regioni benchmark. 
Resta comunque una grande variabilità territoriale, anche all’interno della stessa Regioni, nelle cure che vengono garantite ai cittadini: e tra le note negative in prima fila resta il numero eccessivo di parti cesarei, soprattutto in alcune Regioni. ‘Maglia nera’ invece alle vaccinazioni anti-influenza per gli anziani, in cui nessuna Regione guadagna la piena sufficienza, mentre tra le note negative si continuano a registrare anche le percentuali, “stabilmente basse”, di pazienti con frattura del femore operati entro tre giorni. Per la prima volta nel report, anche se formalmente non sono sottoposte all’adempimento, si è scelto di focalizzare l’attenzione anche sui risultati del triennio 2009-2011 di Valle D’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Trento e Bolzano , che, si osserva, “non presentano comportamenti e tendenze sostanzialmente diversi da quelli osservati nelle Regioni sottoposte a verifica”.
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