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ROMA – La vicenda degli lsu calabresi e dei finanziamenti contenuti nella Legge di Stabilità per affrontare il problema economico dopo la protesta del presidente della Sicilia, Rosario Crocetta, (LEGGI) si arricchisce di nuovi capitoli. In particolare, Palazzo Chigi ha reso noto che «con riferimento alla lettera inviata dal governatore della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, al presidente del Consiglio, Enrico Letta, di cui si apprende dagli organi di informazione, nel maxiemendamento alla legge di Stabilità non esiste alcuna norma che stabilizza i lavoratori socialmente utili della regione Calabria».  Piuttosto, «nel testo approvato in Senato è contenuta una norma, al comma 132 dell’articolo unico, che stanzia per un solo anno, e non dunque a regime, 110 milioni di euro finalizzandoli a interventi». 

Scendendo poi nello specifico la nota diffusa da palazzo Chigi elenca gli interventi in questione a favore del comune di Napoli, della provincia di Napoli e del comune di Palermo, che saranno erogati con provvedimento del Ministero dell’Interno sulla base di apposite relazioni predisposte dagli enti locali; nel limite di un milione di euro per ampliare il fondo del Ministero del Lavoro previsto dalla legge Finanziaria 2008 per concedere un contributo ai comuni con meno di 50.000 abitanti per l’inserimento stabile nelle amministrazioni dei lavoratori socialmente utili con oneri a carico del bilancio comunale da almeno otto anni; per far fronte all’eccezionale necessità di risorse finanziarie da destinare a Lsu, a Lpu della Regione Calabria nonchè ai lavoratori di cui alla legge della regione Calabria 13 giugno 2008, n.15. 
Per quanto riguarda il finanzimento complessivo, quindi, il Governo Letta puntualizza che «si tratta, in sintesi, di un intervento che affronta, con risorse finanziarie per il solo anno 2014, situazioni di emergenza generale: tra queste, anche quella relativa ai rapporti convenzionali in essere attivati dall’Ufficio Scolastico provinciale di Palermo per le funzioni di collaboratori scolastici (commi 522 e 523). I successivi commi fino al 137 risultano contenuti in stesure del provvedimento non approvate in via definitiva dal Senato», mentre «i percorsi di inserimento stabile dei lavoratori – conclude palazzo Chigi – rimangono, sotto l’aspetto ordinamentale e finanziario, quelli previsti dalla normativa vigente e in particolare dal decreto legge 101/2013, adottato dal governo per far fronte al tema del precariato nelle pubbliche amministrazioni».
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