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Il commissario regionale del Pd Stefano Graziano

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COSENZA – Altro giro, altra corsa. Anche ieri sera è tornato a riunirsi il tavolo virtuale del centrosinistra che però inizia a raccogliere qualche elemento di dissenso.
Dopo settimane di assoluto silenzio del partito, ieri il circolo di Cosenza del Pd ha diffuso una nota molto dura contro il commissario Stefano Graziano.

In una documento redatto «È stata espressa unanime preoccupazione sull’andamento della fase preparatoria elettorale dal momento che il centrosinistra appare incerto e confuso. La maggiore difficoltà – si legge nel documento – è quella dovuta alla mancata definizione di una coalizione elettorale sulla base di una chiara identità politica e programmatica». Insomma gli iscritti cosentini sono preoccupati per la deriva populista che ha preso il tavolo.

Per questo chiedono «la convocazione, ovviamente nel pieno rispetto delle regole Anticovid, dell’assemblea regionale dei Segretari di Circolo, degli amministratori locali e degli eletti nelle istituzioni a livello comunale, provinciale, regionale e parlamentare. Tale assemblea dovrà essere un appuntamento solenne e decisivo per delineare la proposta politica e programmatica del PD calabrese per le prossime elezioni regionali».

L’obiettivo è quello di affrontare i nodi politici rimasti irrisolti da dieci mesi ovvero la mancata ricandidatura di Oliverio e le dimissioni di Pippo Callipo che ad oggi restano senza alcuna spiegazione politica.

Tutto dipende se ci sarà il tempo di farlo, perché se le elezioni dovessero tenersi entro il 14 febbraio la cosa appare difficile, ma quasi nessuno è disposto a scommettere che sarà così. I consiglieri regionali stanno facendo pressione per un rinvio attaccandosi anche alla versione inglese del virus, meno letale e più contagioso.

Ricordiamo che se si dovesse votare il 14 entro i primi di gennaio il presidente Spirlì dovrebbe convocare i comizi elettorali. Il centrodestra però non ha nessuna intenzione di chiedere il rinvio, se ci sarà non farà certo le barricate, ma la data delle elezioni rientra pienamente nel range dettato dal Governo per cui dovrà essere Palazzo Chigi a disporre lo slittamento ma non si capisce bene in che forme e in che contesto.

Per il momento il rinvio non c’è e quindi va avanti stancamente il tavolo del centrosinistra. Anche ieri sera nuova riunione per discutere del candidato presidente. Ogni componente ha provato ad avanzare i suoi nomi, ma c’è il problema della presenza al tavolo dello stesso Tansi che limita di molto la discussione visto che lui stesso è fra i papabili. Non a caso l’altra sera il rappresentante dei Verdi per far uscire gli altri dall’imbarazzo ha tessuto le lodi del geologo, ma come capo della Protezione Civile. Qualcuno ha avanzato il nome di Jasmine Cristallo che ha declinato l’invito.

Altri nominativi sono stati buttati sul tavolo anche se Pd e 5 Stelle si sono tenuti molto abbottonati. Quindi alla fine c’è stato un nuovo rinvio, con Tansi che ha chiesto però che la prossima riunione sia quella decisiva sia sul candidato presidente che sui candidati consiglieri altrimenti lascerà il tavolo. Non sappiamo se sarà così perché il tavolo è spaccato a metà fra chi frena e chi vuole accelerare.

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