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Giuseppe Provenzano

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La decisione di Nicola Irto di ritirare la propria candidatura alla presidenza della Regione Calabria (LEGGI) ha smosso tutte le correnti all’interno del Partito democratico, non solo calabrese ma anche nazionale.

Tra gli esponenti di spicco dei democrat chiamati in causa emerge il vicesegretario Giuseppe Provenzano che ha inteso subito sgomberare il campo da possibili suoi coinvolgimenti o responsabilità nella scelta di Irto.

«Vengo chiamato in causa – sostiene Provenzano – sulle elezioni calabresi. Preciso che non ho mai parlato di Calabria con Luigi de Magistris, tanto meno dunque lo avrei inseguito. Ho lavorato e siamo al lavoro per un campo democratico e progressista più largo e competitivo».

Per Provenzano «tutto il Partito democratico dev’essere protagonista di questo percorso. La destra in Calabria va battuta, non è tempo di isolarsi. Non possiamo dare nessuna terra per perduta».

Oddati: «La rinuncia di Irto un atto forte e lacerante»

Anche Nicola Oddati, componente della direzione nazionale del Partito, ha voluto dire la sua sulla decisione del consigliere regionale: «Non so se ci sono le condizioni perché Irto ci ripensi. Si tratta di un atto forte e lacerante per la nostra comunità. Un monito. La sua candidatura è e rimane la più forte, quella più capace di coniugare rinnovamento e capacità amministrativa, freschezza ed esperienza, apertura e radicamento territoriale e politico».

Per Oddati si tratta non solo «di un accorato appello personale a rivedere questa scelta, di cui pure comprendo le ragioni. Sul piano politico spetta al gruppo dirigente nazionale determinare le condizioni per riprendere un cammino che il Pd calabrese, all’unanimità, aveva deciso».

Bruno Bossio: «Bisogna spezzare la concezione feudataria del Pd nazionale in Calabria»

Non sceglie la linea del silenzio la parlamentare calabrese Enza Bruno Bossio la quale evidenzia come «le dichiarazioni di Nicola Irto impongono una riflessione critica, senza veli, sul modo in cui il Pd nazionale ha inteso, finora, affrontare la vicenda elettorale calabrese. Ha ragione Irto: è richiesto un cambio di passo».

Per l’esponente politica «bisogna uscire dalla palude nella quale è stato condotto lo schieramento calabrese delle forze progressiste. Non è possibile che le dinamiche di potere tra le correnti romane del Nazareno possano impaludare o addirittura, come afferma Irto, mettere in discussione le decisioni prese da molto tempo dal PD calabrese. È stato un grave errore politico aver voluto inseguire De Magistris e legittimarlo, di fatto, come una parte del campo di centrosinistra».

Enzao Bruno Bossio precisa che in questo modo «si è disperso il potenziale vantaggio competitivo rispetto ad un centrodestra ancora oggi senza candidato. Invece di investire sul profilo innovativo e riformista della candidatura di Nicola Irto, il gruppo dirigente nazionale ha preferito blandire populismi ed espressioni politiche tanto massimaliste quanto minoritarie».

In conclusione per la parlamentare «è auspicabile che la reazione di Nicola Irto possa, pertanto, prima di tutto essere utile a rilanciare un progetto di governo capace di competere alle elezioni per vincere e governare bene ma anche per spezzare la spirale di una concezione feudataria che da tempo il Pd nazionale va esercitando sulla Calabria e i calabresi»

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