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Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia

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Un’inattesa crepa si è aperta nel centrodestra calabrese. Fino ad oggi, nessuno aveva dato troppo peso alle voci su possibili frizioni.

Ma ora ha parlato Giorgia Meloni. E quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare. Dice infatti Giorgia: «Oggi la candidatura di Roberto Occhiuto alla presidenza della Calabria è frutto di una delle regole che sono saltate e quindi la valutazione va fatta».

Lo ha affermato la leader di Fratelli d’Italia, facendo suonare più forte il suo campanello d’allarme, per farlo sentire soprattutto a Matteo Salvini, che, in queste ultime settimane, pare stia coltivando un particolare feeling con l’altro Matteo della politica nazionale: lui e Renzi, infatti, apparentemente da sponte opposte, si son ritrovati d’accordo sul Ddl Zan, sulle critiche al reddito di cittadinanza. E potrebbero pure trovarsi d’accordo sulla futura elezione del capo della Stato.

“Il sentimento nuevo” fra i due Matteo, si è riverberato in Calabria, dove il senatore renziano, Ernesto Magorno, giusto ieri, ha ritirato la sua candidatura a governatore per Italia Viva, strizzando l’occhio a Roberto Occhiuto, che alle prossime regionali guiderà la coalizione di centrodestra.

La Meloni, però, non è una sprovveduta ed avendo capito l’antifona, non ha perso tempo ha lanciare il suo segnale, facendo capire alla Lega, che se si avvicina Renzi, si allontana lei. Mettendo da parte il pretesto delle nomine in Rai, il vero motivo del contrasto insorto fra Lega e Fratelli d’Italia, sarebbe proprio quella sintonia sbocciata fra Renzi e Salvini. E per Giorgia non è una questione di gelosia, bensì un problema di equilibrio politico all’interno del centrodestra.

«Renzi e Salvini? È palese che sia in corso un fidanzamento – ha detto qualche giorno fa Pier Luigi Bersani – non solo per l’elezione del presidente della Repubblica, ma anche in vista di un’operazione politica che cerchi di ridimensionare il peso della destra meloniana, al fine di spostare il baricentro del centrodestra». E neanche Bersani è uno sprovveduto. Roberto Occhiuto per ora aspetta.

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