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Amalia Bruni

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CATANZARO – La campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio regionale della Calabria e l’elezione del presidente della giunta regionale comincia a scaldare i motori e il segretario nazionale del Pd, Enrico Letta, preme sull’accel0ratore a sostegno di Amalia Bruni.

«Lasciatemi dire una cosa importante – ha esordito Letta dal palco delle agorà del Partito Democratico, a Napoli – Voglio ringraziare Amalia Bruni per aver lasciato un incarico prestigioso e di grandi responsabilità per candidarsi a guidare la sua Regione. Una prova di amore per la sua terra».

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Dal canto suo, la stessa Bruni dal palco ha sostenuto: «La mia è una sorta di chiamata alle armi, anche noi come società civile dobbiamo entrare in gioco ed entrare gioco vuol dire contribuire alla rigenerazione di una politica che spesso ha deluso. I calabresi hanno bisogno di riacquisire la fiducia in loro stessi, di riprendere dignità e in questo percorso la Calabria non può essere sola».

La candidata di Pd e M5S chiede «un rapporto di continuità con il governo e con i partiti di governo, così come con l’Europa perché questo cammino non può iniziare e finire all’interno dei nostri confini regionali», per poi fare «un appello alle donne e agli uomini liberi forti, capaci. Alle menti illuminate che sanno avere uno sguardo alto e lungo sul futuro. Entriamo tutti noi della società civile e ridiamo alla politica il senso vero che è quello del servizio alla collettività; costruiamo la rivoluzione civile dell’orgoglio e del cambiamento in particolare di un mezzogiorno di cui l’Italia non può fare a meno».

Amalia Bruni ha poi ribadito «io ho messo la mia faccia e la mia storia per invertire la rotta del declino nella mia terra e fermare una destra antieuropea che non ha mai messo l’uomo al centro dei propri obiettivi. Crediamoci tutti insieme. Sono certa che cambieremo la storia e potremo ridare davvero un futuro alle giovani generazioni».

«La nostra terra di Calabria – ha concluso Bruni – è devastata da quasi 12 anni di commissariamento della sanità. Una terra dalla quale i giovani vanno via e non tornano, una terra che ha bisogno di ricostruirsi perché la collettività si è staccata dalla politica lasciando spazio al malaffare. In Calabria ed a Napoli abbiamo sicuramente l’opportunità di
combattere una destra di cui non ne possiamo più».

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