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La candidata di Pd-M5s Amalia Bruni

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COSENZA – La sanità è la madre di tutte le battaglie politiche in Calabria. Non solo perché il settore assorbe la gran parte del bilancio regionale, ma anche perché, dopo 12 anni di commissariamento, i servizi sono arrivati davvero al minimo consentito.

Né la pandemia è riuscita ad imprimere una svolta a questa situazione. Come certificato dal tavolo Adduce (che è il tavolo di controllo interministeriale sull’andamento del debito sanitario), la Calabria è rimasta ferma al palo sul potenziamento dell’offerta sanitaria.

In particolare ci sono 175 milioni di euro, finanziati con la rimodulazione della linea Por-Fesr 2014/2020, che sono rimasti nei cassetti non si capisce se della Regione o dell’ufficio del commissario. Ci sono anche gli stanziamenti straordinari fatti dal Governo per fronteggiare l’epidemia. Anche in questo caso il 71% dei fondi è rimasto intonso.

Colpa di chi? Bella domanda a cui rispondere visto che Commissario e Regione Calabria giocano allo scarica barile.

La candidata del centrosinistra Amalia Bruni, però, sembra non nutrire alcun dubbio. «La gestione della pandemia ci ha confermato la grande incompetenza di chi amministra la Regione Calabria, dimostrando per l’ennesima volta di non avere nessuna capacità   in ambito sanitario, fino a diventare, addirittura, pericolosi per la gente. Oggi leggo, rimanendo quanto meno sconcertata dalla notizia, che in Calabria non sarebbero stati spesi 250 milioni di euro che potevano essere utilizzati per assumere personale sanitario, migliorare i protocolli Covid, aumentare i posti in terapia intensiva, far funzionare al meglio il servizio del 118.

Invece, Spirlì, che nel frattempo ha cominciato a fare a scaricabarile con i commissari, è rimasto chiuso nella sua torre d’avorio senza muovere un dito. Una mancata gestione sulla quale bisognerà fare una riflessione a tempo debito, mentre la situazione ancora oggi è di totale emergenza ed occorre che intervenga immediatamente il ministro della Sanità perché la Calabria non può essere oggetto di ricatto da parte di persone incompetenti, incapaci, indifferenti e insensibili, compresi i commissari che in dodici anni hanno soltanto peggiorato la situazione».

«Lo Stato deve farsi carico delle sue responsabilità e garantire il diritto alla salute ai cittadini di questa regione, a prescindere da tutto, non ci si può sempre girare dall’altra parte sulla mancata osservazione di uno dei principi cardine della nostra Costituzione! I servizi sono ormai ai minimi termini e sono i proprio i calabresi a pagare lo scotto più grave, senza alcuna tutela sanitaria».

Il punto è che in questo momento tutti i partiti sono al Governo, eccetto Fratelli d’Italia. Tutti assicurano che ci sarà un superamento del commissariamento. Lo ha detto Giuseppe Conte, che pure ha firmato ben due Decreti Calabria, lo dice Andrea Costa, che di mestiere fa il sottosegretario alla Salute, lo dicono Salvini, Gelmini, Quagliariello e naturalmente tutti i candidati presidente. Non si capisce però il nesso fra le regionali e il commissariamento ovvero perché parlarne oggi visto che tutto è demandato al Governo e all’orizzonte non abbiamo scorto nessuna iniziativa parlamentare volta a rendere concreto questo proclama.

«Nelle mani di ognuno di noi – chiude la Bruni – c’è la possibilità di dare il via a un nuovo corso politico in questa regione, il prossimo fine settimana saremo chiamati al voto ed al giudizio sull’operato di quanto svolto in questi due anni dal centrodestra, la nuova Calabria passa dalle scelte che faremo in cabina elettorale».

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