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CATANZARO – «Alle ore 20 di stasera, il ministro Speranza mi ha comunicato, per telefono, che il Consiglio dei ministri aveva deciso di dichiarare “zona rossa” tutta la regione Calabria. L’ho appreso con costernazione, rabbia e sgomento».

È un Nino Spirlì amareggiato quello che commenta l’annuncio del presidente del Consiglio Giuseppe Conte che decreta per la Calabria la zona rossa assieme a Lombardia, Piemonte e Valle D’Aosta (LEGGI). Il presidente facente funzioni ha rivolto il suo pensiero «alle decine di migliaia di imprese che saranno costrette a chiudere i battenti forzatamente e, a mio parere, senza un motivo valido; penso ai due milioni di calabresi che si vedono privati delle più elementari libertà personali; mi arrabbio».

Sì perché Spirlì è convinto che la misura adottata sia eccessiva e poteva essere evitata «se solo il Governo avesse ascoltato i miei ripetuti appelli che, carte alla mano, ho fatto – nei giorni scorsi e fino alle ultime ore – per cercare di convincere chi, in realtà, si era già abbondantemente convinto a prescindere».

Quello in atto, secondo il presidente f.f., «è un tentativo di piegare la schiena ai calabresi, che non si inginocchieranno neanche questa volta, come non hanno mai fatto. È una decisione ingiusta che ci accomuna a territori ben più in crisi, premiando, e non ne sono dispiaciuto, anzi, altre regioni che vivono la nostra stessa condizione».

Siamo difronte ad una «sordità istituzionale, quella nei confronti della nostra regione, ingiustificata, sospetta, che si manifesta doppiamente con la stranezza di un Decreto Calabria, punitivo della nostra sanità, messo come unico punto di discussione all’ordine del giorno di un Consiglio dei ministri in cui sono volate parole grosse e nel quale si sono manifestati dissensi e astensioni».

Alla luce di quanto accaduto «se non fossi una persona libera dai pregiudizi – ha concluso – potrei sospettare un pregiudizio nei nostri confronti».

In ogni caso Spirlì si è appellato ai calabresi cui ha chiesto «di rispettare le leggi, anche quando sono inique. Queste due settimane finiranno presto e, grazie ai nostri risultati finali, smentiremo tutte le menzogne che in questi giorni sono state dette sulla nostra regione. Coraggio, ce la faremo: siamo calabresi».

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