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Nino Spirlì

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CATANZARO – «Chiudere i territori e le attività produttive come la ristorazione nelle tre giornate in cui la massima solidarietà e il senso di affratellamento trovano coronamento e decidere già da oggi che in quei giorni non ci si debba spostare nemmeno di poco, lo trovo un atto quasi criminale». Lo ha detto il presidente facente funzioni della Regione Nino Spirlì in riferimento al Dpcm presentato ieri dal premier Conte.

«Vuol dire – ha aggiunto Spirlì – che vogliamo fare abbassare definitivamente le saracinesche ad attività in grado in quei periodi di fare un po’ di cassa. È la dimostrazione ormai acclarata di un Governo che non ascolta le Regioni e i territori e che soprattutto si chiude intorno a decisioni già prese, presentate poi in conferenza Stato-Regioni già blindate».

Per Spirlì «il Governo è tetragono a qualsiasi disponibilità. Diventa inutile a questo punto continuare a far lavorare le Regioni, che sono il bastione sui territori, quando il Governo ha deciso in modo così ottuso. Un Natale così duro e difficile forse l’Italia non se lo merita. Però è già deciso e ci sembra quindi inutile pensare di poter avere con loro un confronto. Bisogna fare capire in tutti i modi che i territori, soprattutto i nostri, hanno delle esigenze che non sono solo quelle delle grandi città».

«L’Italia è fatta da tanti piccoli centri spesso confinanti – ha proseguito – e così facendo si impedisce alle persone di muoversi anche di 800 metri, un chilometro. A Roma non lo hanno capito e avevano già deciso tutto prima del confronto». Su un eventuale incontro con il fondatore di Emergency Gino Strada, Spirlì ha risposto: «Strada? Ogni giorno ne faccio 130 di chilometri all’andata e altrettanti al ritorno, già mi basta».

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