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Una confisca di beni e società per un valore complessivo di circa dieci milioni di euro. Questo l’esito dell’operazione messa a segno dalla Finanza di Reggio

REGGIO CALABRIA – Maxi operazione della Finanza che, coordinata dalla Procura della Repubblica reggina guidata dal procuratore Federico Cafiero De Raho, ha dato esecuzione a dei provvedimenti emessi dalla sezione Misure di prevenzione del tribunale di Reggio Calabria procedendo alla confisca (LEGGI LA NOTIZIA DEL PRIMO SEQUESTRO) di un patrimonio immobiliare stimato in circa 10 milioni di euro nei confronti di noti imprenditori reggini ritenuti essere organici alla nota cosca di ‘ndrangheta “Tegano” operante nella zona nord della città.

Nello specifico i beni appartengono agli imprenditori Giuseppe Lavilla ed ai figli Antonio e Maurizio «gravemente sospettati – scrive la Finanza – di appartenere alla criminalità organizzata e specificatamente alla potente cosca “Tegano” operante nel rione Archi della città».

LEGGI LA NOTIZIA DEL BLITZ CONTRO IL CLAN TEGANO

 

Le Fiamme gialle precisano che «numerosi sono i collaboratori di giustizia che hanno indicato i Lavilla come imprenditori al soldo della cosca “Tegano”. Forte – spiega ancora la Finanza – è anche il vincolo familiare tra i Lavilla ed i Tegano, infatti Antonio Lavilla è sposato con Saveria Tegano figlia di Giovanni».

I militari hanno quindi ricostruito il patrimonio personale e imprenditoriale dei Lavilla procedendo ai sequestri anche in forza della «notevole sperequazione tra redditi dichiarati e l’incremento patrimoniale accertato» alla cui rilevazione è seguita «una nuova e definitiva analisi contabile, che ha consentito di evidenziare un eccezionale arricchimento patrimoniale dei soggetti» e portando al definitivo provvedimento di confisca con cui «si è sottratto – rimarca la Finanza – alla ‘ndrangheta un patrimonio illecitamente accumulato tra beni mobili, immobili ed attività commerciali, investito principalmente nel settore dell’edilizia e del noleggio di distributori automatici di alimenti».

I BENI CONFISCATI – Tra le società cadute nella rete dei finanzieri, spicca la Calabra vending s.r.l., leader nella distribuzione di macchine automatiche per la vendita di caffè ed alimenti, con sede nel rione Archi della città. Azienda che ultimamente stava commercializzando una nuova marca di caffè, chiamato “caffè Lavilla”.

Nel dettaglio i beni sottoposti a sequestro e poi confiscati sono:

1) il 66,66 % delle quote della Fi.la. games s.a.s. di Reggio Calabria;

2) l‟8% delle quote societarie della Futurvending s.r.l. di Villa San Giovanni;

3) capitale sociale, quote societarie e patrimonio aziendale della impresa Lavilla s.r.l. di Reggio Calabria;

4) capitale sociale, quote societarie e patrimonio aziendale della Calabra vending s.r.l. di Reggio Calabria;

5) capitale sociale, quote societarie e patrimonio aziendale della impresa costruzioni reggine di Lavilla Antonio s.a.s. di Reggio Calabria;

6) capitale sociale, quote societarie e patrimonio aziendale della Lavilla Costruzioni s.r.l. di Reggio Calabria;

7) il 60% delle capitale sociale della Cristal s.a.s. di Ficara g Giovanni & c. di Reggio Calabria;

8) il 60% delle capitale sociale della bar Ccristal s.n.c. di Reggio Calabria;

9) intero capitale sociale, quote societarie e beni aziendali della “Business costruzioni” s.r.l. di Reggio Calabria.

10) una autovettura;

11) nove unità immobiliari di cui un intero stabile in corso di realizzazione

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