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La donna è del Reggino. Meno di un mese fa, per il ginecologo arrestato oggi dopo il caso dell’espianto di ovuli era scattato il divieto di dimora: al centro dei litigi la gestione di un patrimonio immenso

ROMA – Il noto ginecologo Severino Antinori è stato arrestato, oggi, a Roma, dai carabinieri del Nas di Milano. I militari stavano indagando su un caso, a lui contestato, di espianto di ovuli con violenza. Ad arrestarlo sono stati i militari dell’Arma mentre si trovava in aeroporto.

Il nome di Antinori è legato alla Calabria per via della moglie, Caterina Versaci, nata a Laganadi (Reggio Calabria): lo scorso 21 aprile, al termine di litigi e ripetute denunce da parte della donna, era scattato il divieto di dimora per il marito, accusato del reato di stalking nei confronti della stessa Versaci e delle figlie – oltre che di lesioni su una figlia, violenza e minacce ai carabinieri e percosse su un avvocato, il legale della donna. Al centro dei litigi la gestione del patrimonio (soldi e immobili), gestione che secondo il ginecologo sarebbe dovuta restare tutta nelle sue mani.

La Versaci era arrivata ad assoldare una guardia del corpo che la proteggesse dal marito. E a meno di un mese dal divieto tassativo per Antinori di mettere piede a Roma e in provincia, oggi è arrivato per il professionista un altro capitolo altrettanto scottante dal punto di vista giudiziario, e stavolta sono scattati gli arresti.

L’ARRESTO DI OGGI Antinori – secondo quanto spiegato ai carabinieri del Nas – è indagato per i reati di rapina aggravata e lesioni personali aggravate. Il provvedimento è stato emesso dal gip del Tribunale di Milano “su richiesta della locale Procura della Repubblica che, condividendo pienamente le indagini dei Carabinieri, disponeva, altresì, l’interdizione dall’esercizio della professione medica del ginecologo – per la durata di un anno – nonché il sequestro preventivo della clinica Matris di Milano”. A due sue “strette collaboratrici”, per i medesimi reati, è stato notificato il divieto di dimora nei comuni di Milano e Roma.

Secondo quanto si è appreso l’espianto forzoso degli ovuli sarebbe avvenuto nella clinica Matris di Milano, che i carabinieri dei Nas stanno ponendo sotto sequestro. L’espianto degli ovuli sarebbe stato, se venisse accertato l’assenza di consenso, una sorta di ‘rapina’ ai danni di una giovane straniera, una spagnola di 24 anni, che era stata sottoposta ad un intervento per una cisti ovarica. La ragazza – secondo le accuse – era trattata con una cura ormonale fatta passare per una terapia per il trattamento di una cisti ovarica, e ha riferito di essere stata immobilizzata, anestetizzata e costretta a subire un’asportazione di ovuli, nonché privata del proprio telefono cellulare, per impedirle di chiedere aiuto. La donna, al risveglio dall’anestesia, approfittando della distrazione del personale infermieristico, era riuscita a raggiungere un telefono della clinica ed a chiamare, di nascosto ed in lacrime, il 112. Sono stati sequestrati e congelati su ordine dei magistrati di Milano gli embrioni scaturiti dalla fecondazione degli ovociti ‘rubati’ dal ginecologo Severino Antinori, arrestato con le accuse di rapina aggravata e lesioni gravi. Stando alle indagini del pm di Milano Maura Ripamonti, infatti, Antinori, dopo aver prelevato senza consenso gli ovuli da una donna in cura per una ciste nella sua clinica, li avrebbe fecondati con spermatozoi e li avrebbe voluti impiantare su un’altra donna.

 

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