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Si chiude il cerchio per le persone coinvolte nel processo Minotauro sull’attività della ‘ndrangheta in Piemonte

TORINO – Si chiude il cerchio per le persone coinvolte nel processo Minotauro sull’attività della ‘ndrangheta in Piemonte (LEGGI LA NOTIZIA). I carabinieri del Nucleo Investigativo, insieme ai militari del Pronto Intervento, infatti, hanno arrestato Vincenzo Femia 42enne latitante, ritenuto affiliato alla ‘ndrangheta e organico a un gruppo operante nella provincia di Reggio Calabria. L’uomo originario di Gioiosa Ionica deve scontare 7 anni, 3 mesi e 21 giorni di reclusione per i reati di rapina, violazione leggi sulle armi e detenzione fini spaccio di sostanze stupefacenti. Nell’ambito della stessa operazione, i militari hanno denunciato un italiano di 26 anni per favoreggiamento personale, per aver ospitato il latitante presso la propria abitazione. L’uomo si nascondeva in un appartamento di Torino ed è stato condannato nell’ambito dell’indagine Minotauro. Arrestato una prima volta dai carabinieri nel 2013 viene scarcerato perché assolto. Successivamente, nel 2015, la Corte d’Appello di Torino ribalta la sentenza di primo grado e lo condanna. Un anno dopo la Cassazione conferma la pena e la procura emette l’ordine di carcerazione ma l’uomo si rende irreperibile. A tradirlo il caldo afoso di questi giorni. L’uomo, infatti, uscito sul balcone in cerca di un pò di fresco è stato immortalato dal teleobiettivo dei carabinieri che lo hanno preso dopo poche ore.

A tradire Femia è stato soltanto il caldo, che negli ultimi giorni lo ha costretto ad affacciarsi dal balcone per cercare un pò di refrigerio dalle alte temperature. È così che i carabinieri del comando provinciale di Torino lo hanno identificato e arrestato. Femia è considerato l’ultimo boss della ‘ndrangheta ancora ricercato nell’ambito dell’operazione Minotauro sulle infiltrazioni della criminalità organizzata in Piemonte che nel 2011 aveva portato all’arresto di 150 persone (LEGGI LA NOTIZIA).

I carabinieri lo hanno sorpreso sabato sera mentre al buoi guardava la partita degli Europei di calcio tra Croazia e Portogallo, a torso nudo, e con gli auricolari alle orecchie. Si era rifugiato in un appartamento al quarto e ultimo piano di un palazzo in zona Aeronautica, periferia occidentale di Torino. Nel telefonino aveva la scheda sim di un romeno morto due anni fa. L’affittuario dell’appartamento, un italiano di 26 anni, è stato denunciato per favoreggiamento.

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