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Maria Teresa Fragomeni

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Acido e lettera anonima davanti all’ingresso dell’abitazione di Maria Teresa Fragomeni

SIDERNO (REGGIO CALABRIA) – Vile intimidazione contro Maria Teresa Fragomeni. Nella notte tra venerdì e sabato persone ancora sconosciute, gli hanno rotto il vetro della sua macchina, una Wolkswagen Tiguain parcheggiata all’interno del piazzale della sua residenza, gli hanno scritto un foglio con frasi minacciose e gli hanno lasciato sull’uscio della sua abitazione una tanica di propellente.

Un gesto spregevole indirizzato contro quella che è la segretaria del locale circolo del Partito democratico e che riveste pure la carica di vice segretaria della Federazione provinciale PD oltre che di consigliere comunale e capogruppo dei piddini presenti nel civico consesso sidernese.

L’avvertimento minaccioso, oltre a lasciare increduli, pertanto si identifica in diverse ramificazioni dato che la segretaria della sezione Dem di via Portosalvo è titolare anche di un avviato studio commerciale e pure perché è impegnata non solo nella politica cittadina ed in quella provinciale ma anche in quella regionale essendo una delle donne capofila dell’area territoriale dei Democrat.

Gli inquirenti, tengono per ragioni condivisibili, la bocca cucita sia sui rilievi compiuti e sia sulle piste che stanno seguendo, e che ovviamente vanno a tutto campo, e interessano sia l’attività politica ma anche quella professionale e privata. Ad indagare sono gli agenti del commissariato di Polizia di Stato a cui Maria Teresa Fragomeni si è rivolta per presentare denuncia contro ignoti e raccontare l’accaduto ma anche le altre forze dell’ordine sono attenti e stanno investigando per capire i motivi di questo atto intimidatorio.

Il sindaco di Siderno Pietro Fuda, avvertito dell’accaduto, ha subito telefonato alla consigliera comunale rendendo nota la sua solidarietà personale all’esponente PD confermando che «l’amministrazione comunale è al suo fianco nella battaglia quotidiana e nella resistenza contro i rapaci che agiscono nel buio e offendono la nostra gente». 

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