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Il fotomontaggio di Falcomatà con un occhio tumefatto

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REGGIO CALABRIA – La questione della nomina del nuovo segretario comunale di Reggio Calabria e le relative polemiche non accennano a rientrare.

Dopo che negli scorsi giorni era trapelata la notizia della nomina di Domenico Libero Scuglia (LEGGI LA NOTIZIA) erano sorte delle polemiche per via del fatto che il dirigente pubblico era imputato in un processo legato al fallimento della società a partecipazione pubblica Proserpina che nel vibonese si occupava di raccolta differenziata. Successivamente tanto lo stesso Scuglia quanto il Comune di Reggio Calabria avevano fatto sapere che il problema era risolto anche se con dichiarazioni contrastanti: Scuglia ha dichiarato di aver rinunciato all’incarico mentre il sindaco Giuseppe Falcomatà aveva detto di non averlo mai nominato (LEGGI LA NOTIZIA) spiegando che la nomina non è gestita dall’Ente ma dal Ministero dell’Interno e che allo stato non c’è alcun decreto. Adesso entra a gamba tesa nella polemica la deputata del Movimento Cinquestelle Dalilda nesci che sul suo profilo Facebook pubblica una fotografia del sindaco Falcomatà con un occhio nero frutto di un fotomontaggio.

La Nesci scrive sotto la foto: «Abbiamo impedito che un dirigente sotto processo per bancarotta fraudolenta diventasse segretario generale della Città metropolitana di Reggio Calabria. Ieri abbiamo incalzato il sindaco Falcomatà, che oggi ha fatto retromarcia».

L’iniziativa della deputata pentastellata ha suscitato l’immediata replica del segretario regionale del Partito Democratico Ernesto Magorno che ha affidato la sua vicinanza a Falcomatà ad un messaggio su Twitter: «La mia vicinanza e un grande abbraccio da tutti i democratici calabresi a @g_falcomata per il vergognoso gesto firmato #M5S».

Mentre per  Katia Tripodo, della direzione regionale dei Giovani democratici della Calabria e componente della Commissione politiche giovanili della Città Metropolitana, la foto «rappresenta plasticamente un linguaggio totalmente distante dal nostro modo di fare politica e l’assenza assoluta del rispetto delle istituzioni. Da Dalila Nesci un messaggio brutto verso le nuove generazioni e verso chi si avvicina alla politica che invece si aspetta da chi ci rappresenta a vario livello un confronto nel merito delle questioni con metodologie che non incitano alla violenza».

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