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Carabinieri e guardia di finanza

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REGGIO CALABRIA – Beni per poco meno di un milione di euro sono stati sequestrati dai Comandi provinciali dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di finanza di Reggio Calabria a tre professionisti, due avvocati e un commercialista, per gli inquirenti legati alla cosca della ‘ndrangheta Alampi, attiva a Reggio Calabria.

Il provvedimento di sequestro finalizzato alla confisca è stato emesso dalla Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria e riguarda gli avvocati Giulia Maria Rossana Dieni e Giuseppe Putortì e al commercialista Rosario Spinella.

In particolare i due avvocati, già destinatari nel luglio 2014 di un’ordinanza di applicazione di misura cautelare e sequestro preventivo emessa dal Tribunale Sezione Gip di Reggio Calabria nell’ambito dell’operazione “Rifiuti Spa” e condannati in primo grado lo scorso luglio alla pena di 8 anni di reclusione, avrebbero fornito “uno stabile e concreto contributo al mantenimento ed al rafforzamento dell’articolazione territoriale della ‘ndrangheta facente capo a Matteo Alampi, prestandosi in modo consapevole e sistematico a fare da postini, nonché da portatori di messaggi e notizie recanti le specifiche direttive impartite dal carcere ai sodali non detenuti”.

Dopo le indagini patrimoniali svolte dalla quarta Sezione del Nucleo investigativo Carabinieri sono stati emessi, dalla Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria, i provvedimenti di oggi con i quali è stato disposto il sequestro di conti correnti, carte di credito, polizze e vari prodotti finanziari per un valore complessivo stimato in 220mila euro nei confronti dell’avvocato Giulia Maria Rossana Dieni e di 569mila euro nei confronti di Putortì.

Il commercialista Rossario Spinella, secondo l’accusa, avrebbe consentito la presenza quasi quotidiana del capocosca Giovanni Alampi presso la sede delle imprese e l’intromissione nelle scelte aziendali più importanti agli stessi soggetti ai quali quelle imprese erano state confiscate, avrebbe inoltre emesso fatture per operazioni inesistenti al fine di costituire fondi neri da erogare alla cosca.

Il commercialista avrebbe sviato l’utilizzo dei mezzi delle imprese confiscate per altri fini cui erano a vario titolo interessati i precedenti proprietari mafiosi, con l’aggravante di avere commesso il fatto con abuso delle pubbliche funzioni. Secondo i finanzieri che hanno indagato, inoltre, Spinella in qualità di custode e amministratore giudiziario di quattro società, si sarebbe appropriato di somme presenti sui conti correnti delle imprese – senza autorizzazione da parte dell’Autorità Giudiziaria competente – per il pagamento a sé stesso di parcelle relative a prestazioni professionali per le quali era già stato remunerato dall’Autorità giudiziaria.

Per questo, il Tribunale di Reggio Calabria – Sezione Misure di Prevenzione ha emesso l’odierno provvedimento con il quale ha disposto il sequestro delle disponibilità finanziarie riconducibili al commercialista per 193.685 euro. Complessivamente il Nucleo Investigativo Carabinieri e il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Reggio Calabria hanno eseguito misure di prevenzione patrimoniali per un valore di 982.685 euro.

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