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REGGIO CALABRIA – Sono diverse le reazioni all’operazione contro le cosche della ‘ndrangheta del Reggino. A partire dal ministro dell’Interno, Marco Minniti, che si è congratulato con il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, Tullio Del Sette, per le due operazioni portate a termine oggi, con il coordinamento della magistratura, che hanno assestato un duro colpo al crimine organizzato sia in Calabria che in Sicilia.

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«Questi risultati – ha affermato il ministro Minniti – dimostrano ancora una volta lo straordinario impegno che Forze dell’ordine e Magistratura mettono in campo quotidianamente per contrastare ogni forma di criminalità, sul nostro territorio». 

Anche il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, si è congratulata su Twitter per il blitz: «Centosedici fermi per ‘ndrangheta, colpite importanti cosche del “mandamento” ionico. Ottima operazione dei Carabinieri di Reggio Calabria». 

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Secondo la presidente della Commissione antimafia Rosy Bindi, «la maxioperazione dei Carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Reggio Calabria, coordinata dalla Dda di Reggio Calabria, rappresenta un colpo durissimo al cuore della ‘ndrangheta».

«Sono state colpite – prosegue Bindi – le cosche dei principali centri della Locride, che controllavano in modo ferreo e brutale la vita economica, politica amministrativa e civile di quel territorio. Si conferma l’articolazione unitaria della ‘ndrangheta, la sua capacità di infiltrarsi nel tessuto produttivo e le modalità corruttive con le quali afferma il suo potere. Questo nuovo importante successo, frutto dell’impegno costante e straordinario messo in campo dalle forze dell’ordine e dalla Procura reggina, è anche una smentita con i fatti della presunta impunità dei mafiosi e la loro pretesa di sostituirsi allo Stato. Lo Stato c’è e fa la sua parte nel contrasto dell’illegalità, un messaggio di speranza per la Calabria onesta che non si piega alle intimidazioni ‘ndranghetiste».

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Da parte sua, il procuratore capo della Dda di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho ha sostenuto: «Non è una semplice retata ed i fermati appartengono massimamente al ‘mandamentò ionico, storicamente il più forte e organizzato di tutta la ndrangheta».

«Un massivo e asfissiante controllo del territorio – ha sottolineato de Raho – con l’espletamento di tutte le attività tipiche della ndrangheta: estorsioni, truffe, armi, infiltrazioni delle pubbliche amministrazioni. In circa tremila pagine i carabinieri del Ros e del Comando provinciale hanno ricostruito il sistema complesso dei riti della ‘ndrangheta, le tecniche di infiltrazione nei pubblici appalti, che non si fermano solo sulle attività dei comuni, ma anche della Provincia, del Provveditorato alle Opere Pubbliche, dell’Anas, delle Ferrovie, riuscendo a condizionare le imprese appaltatrici con richieste estorsive, la cessione di quote di appalti, la fornitura dei materiali edili, le assunzioni nei cantieri, le guardianie abusive».

Cafiero de Raho, inoltre, ha parlato di «rapide sostituzioni delle gerarchie nei vari locali di ‘ndrangheta, una ristrutturazione sottoposta ad un vero e proprio percorso iniziatico sulle ‘carichè da affidare ai nuovi capi locale i quali, comunque, devono muoversi in sintonia con le strategie del ‘mandamentò, pena gravissime ripercussioni, sino alla morte».

Il comandante del Ros, gen. Giuseppe Governale ha aggiunto: «Abbiamo messo in campo come Arma dei carabinieri oltre mille uomini di provata esperienza riuscendo a comporre un mosaico indiziario di assoluta importanza probatoria».

Governale ha definito la ‘ndrangheta della Locride come «il cuore pulsante della ‘ndrangheta mondiale, dall’Australia al Canada; dalla provincia di Reggio al nord del Paese ed al cuore dell’Europa. La ndrangheta ha finora goduto di lunghi periodi di tranquillità che ne ha fatto la forza criminale più efficiente del Paese, ma il fatto che abbiamo fermato il 98% dei destinatari del provvedimento di fermo, vuol dire che lo Stato ha cominciato a macinare importanti risultati». 

Messaggi di soddisfazione anche da parte di Emanuele Fiano, capogruppo Pd in commissione Affari costituzionali della Camera, e di Rosanna Scopelliti, deputata di Alternativa popolare.

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