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Giuseppe Lombardo

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REGGIO CALABRIA – La strategia stragista portata avanti dalla criminalità organizzata agli inizi degli anni ’90 «si arresta o si depotenzia non appena i corleonesi, la ‘ndrangheta ed altre organizzazioni criminali come la camorra e la Sacra Corona Unita trovano nel nuovo partito di Forza Italia la struttura più conveniente con cui relazionarsi». A dirlo è stato il procuratore aggiunto di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo, incontrando i giornalisti per illustrare i particolari dell’operazione “‘Ndrangheta stragista” (LEGGI I PARTICOLARI DELL’OPERAZIONE).

L’epoca delle stragi

La ‘ndrangheta fu protagonista, al pari della mafia, nell’attacco allo Stato portato tra il 1993 ed il 1994 in quella che fu definita la stagione delle «stragi continentali» con gli attentati di Firenze, Milano e Roma. E’ quanto emerso dall’indagine della Polizia di Stato che ha portato all’arresto di boss calabresi e siciliani per gli attentati ai carabinieri a Reggio Calabria.

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L’operazione, non a caso, è stata denominata “Ndrangheta stragista” dagli inquirenti. La Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria ha ricostruito – attraverso l’apporto di nuovi e fondamentali elementi raccordati e collegati fra loro – le causali del duplice omicidio del 18 gennaio 1994 e dei due tentati omicidi dei Carabinieri dell’1 dicembre 1993 e dell’1 febbraio 1994. Gli attentati, riferiscono gli investigatori, si inquadrano nel contesto della strategia stragista che ha insanguinato il Paese nei primi anni ’90 e in particolare nella stagione definita delle «stragi continentali».

Protagonista di quella stagione, secondo quanto emerso dalle indagini, non fu solo Cosa Nostra (che tuttavia ebbe il ruolo operativo fondamentale nei termini già ampiamente descritti dalle sentenze di altre autorità giudiziarie) ma anche la ‘ndrangheta.

Gli attentati contro i carabinieri, secondo inquirenti ed investigatori reggini, non vanno letti ciascuno in maniera singola ed isolata, ma vanno inseriti in un contesto di più ampio respiro e di carattere nazionale nell’ambito di un progetto criminale, la cui ideazione e realizzazione è maturata non all’interno delle cosche di ‘ndrangheta, ma si è sviluppata attraverso la sinergia, la collaborazione e l’intesa di organizzazioni criminali, che avevano come obiettivo l’attuazione di un piano di destabilizzazione del Paese anche con modalità terroristiche.

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