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Sette colpi di pistola contro Carmelo Muià, 46 anni, commerciante mentre era in sella a una bici

SIDERNO (REGGIO CALABRIA) – Omicidio eccellente ieri sera a Siderno. A cadere sotto i colpi dei killer è stato Carmelo “Mino” Muià (nella foto in basso), noto commerciante di carni, di 45 anni, sorvegliato speciale, condannato nell’operazione Crimine perché ritenuto intraneo alla potente cosca Commisso. Muià è stato raggiunto da 7 colpi di arma da fuoco, cal. 7.65, di cui uno alla testa, due al torace e quattro alle spalle mentre intorno alle ore 20 a bordo di una bicicletta elettrica si trovava nei pressi della propria abitazione in via Dromo, all’incrocio con via Bello, una zona centrale di Siderno.

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Trasportato all’ospedale di Locri è deceduto subito dopo l’arrivo al nosocomio. Sul posto è intervenuta la Polizia di Stato: gli specialisti della polizia scientifica per i rilievi, e personale del commissariato di Siderno, diretto dal primo dirigente Antonino Cannarella, e gli investigatori della Squadra Mobile, in particolare della prima sezione (criminalità organizzata) rispettivamente dirette dal primo dirigente Francesco Rattà e dal suo vice Fabio Amore. Sono in corso indagini a 360 gradi da parte della Mobile. L’inchiesta è coordinata dalla Procura della Repubblica di Locri in stretto raccordo con la Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria.

Condannato a 8 anni (6 dei quali scontati in regime di detenzione cautelare) per mafia nel processo Crimine, Carmelo Muià era tornato in libertà nel giugno 2016 in seguito alla decisione della Corte di appello di Reggio Calabria che aveva accolto l’istanza avanzata dagli avvocati difensori i quali, richiamandosi all’esito del giudizio della Cassazione, pur confermando la responsabilità penale dell’imputato relativa al reato di associazione a delinquere di stampo mafioso, avevano richiesto e ottenuto la rideterminazione della pena in merito al “ruolo primario in scena alla stessa associazione” che Muià avrebbe ricoperto.

Chiusi i conti con il processo Crimine, però, Muià nell’aprile dello scorso anno era stato condannato a 7 anni di reclusione in primo grado anche nel processo scaturito dall’operazione “Morsa sugli appalti”. “La carne o la compri da me o chiudi”, così Mino Muià stando alle intercettazioni eseguite nel corso delle indagini che scaturirono nell’operazione “Morsa sugli appalti” avrebbe minacciato Luciano Racco, il patron del centro commerciale “La Gru” di Siderno, affinché quest’ultimo comprasse la carne solo dalle attività “amiche”: “Vedi che se firmi un altro contratto e non ti riservi la carne… vedi che puoi andare a parlare con chi vuoi, che io con chi dovevo parlare ho parlato… puoi andare a parlare con chi vuoi che qua non scarica nessuno!.. . “no, no… ti giuro, ti giuro”… può venire Ipercoop, può venire Ipersisa, può venire Aushan, può venire quello che vuoi tu… vedi che la carne o te la porto io o puoi chiudere!”. 

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