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La baracca in cui ha trovato la morte Surawa Jaith

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SAN FERDINANDO (REGGIO CALABRIA) – Proseguono le indagini per approfondire quando accaduto ieri alla tendopoli di San Ferdinando (LEGGI LA NOTIZIA), nel frattempo la salma di Surawa Jaith, il giovanissimo migrante ,che avrebbe compiuto 18 anni a gennaio, morto carbonizzato nell’incendio, è stata trasferita nell’ospedale di Reggio Calabria, dove nelle prossime ore sarà eseguita l’autopsia.

A disporre l’esame autoptico è stato il pubblico ministero della Procura della Repubblica di Palmi Giuseppe Cappelleri che indaga su quanto accaduto nella notte tra sabato e domenica all’interno della baraccopoli. A San Ferdinando oltre al fratello del giovane, Soumbu, che vive a Catania, sono giunti anche i genitori del ragazzo non ancora diciottenne che non viveva stabilmente nella tendopoli, essendo inserito nel programma Sprar di Gioiosa Ionica ma vi si recava di tanto in tanto a trovare dei parenti.

La situazione al campo migranti è comunque tranquilla. Dopo i momenti di tensione registrati nella prima parte della mattinata di ieri nella baraccopoli, con alcuni cassonetti rovesciati davanti all’ingresso nell’agglomerato in plastica e lamiera e poi una protesta davanti al Municipio di San Ferdinando, adesso è tornata la normalità.

A fare calare il livello della tensione c’è stata anche la decisione, resa nota dal prefetto di Reggio Calabria al termine del Comitato per l’ordine e la sicurezza di ieri, di trasferire i migranti ospitati all’interno di un’area urbanizzata, già individuata, dove saranno sistemati dei container.

Intanto quanti hanno avuto distrutta la loro baracca sono stati ospitati nella tendopoli ufficiale che sorge a poche centinaia di metri da quella teatro della tragedia.

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