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REGGIO CALABRIA – Sequestro beni e arresti in un’indagine della Guardia di Finanza di Reggio Calabria per una bancarotta fraudolenta.

Le fiamme gialle hanno eseguito la misura cautelare personale nei confronti di tre persone, ora ai domiciliari, e il sequestro preventivo di conti correnti, quote e patrimonio aziendale di tre società nel capoluogo reggino del settore della distribuzione, nei confronti dei complessivi sei indagati per 5.292.384,20 euro.

I reati contestati vanno dalla bancarotta fraudolenta aggravata, all’estorsione aggravata, omessa dichiarazione dei redditi, occultamento o distruzione di documenti contabili e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.

L’inchiesta, coordinata dalla procura diretta da Giovanni Bombardieri, ha permesso di accertare l’esistenza di una organizzazione composta dai tre arrestati, che, in concorso con altre persone, e secondo un modus operandi ben collaudato, ometteva sistematicamente di onorare i propri debiti nei confronti dei creditori, dei lavoratori e dell’erario attraverso delle società “schermo”.

Le aziende a loro collegate, con oggetto sociale simile, erano intestate a prestanome spesso reclutati tra i dipendenti. All’inizio, i rapporti con lavoratori, creditori e fisco erano regolari, anche se larga parte dei beni aziendali erano abilmente occultati; le società progressivamente venivano fatte fallire e sostituite da nuove realtà aziendali, in assoluta continuità con le precedenti (stesso oggetto sociale, stesse sedi, stessi dipendenti), nelle quali confluivano le risorse patrimoniali fraudolentemente celate.

I dipendenti erano poi costretti a ricevere una retribuzione inferiore rispetto a quella presente in busta paga, dietro implicita minaccia di licenziamento. Il gip Diletta Gobbo, dopo richiesta di misura cautelare dell’aggiunto Gerardo Dominijanni e del pm Andrea Sodani, ha concesso i domiciliari a due C. A., 51 anni, e C. A. C., 45 anni, entrambi reggini, e M. I. F. V., 49 anni, nato in Messico.

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