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L'errore riportato nelle motivazioni della sentenza

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PALMI (REGGIO CALABRIA) – «Un copia-incolla ma con errori e una diffamazione a mezzo stampa che però non è spiegata»: è quanto successo al giornalista Agostino Pantano, condannato dalla sezione civile del Tribunale di Palmi al pagamento di un risarcimento per 50.000 euro più 5.900 euro per spese di lite per una richiesta risarcitoria per 6 articoli scritti nel 2015 sul giornale «Cronache del Garantista». A segnalarlo sono lo stesso Pantano ed il suo legale, avv. Salvino Galluzzo.

«La giudice onoraria – è scritto in una nota – si è rifatta in modo troppo evidente ad un precedente caso da lei stessa trattato, che riguardava una testata e un giornalista diversi (si trattava di una sentenza precedente riguardante “Il Quotidiano del Sud” e il giornalista Michele Inserra)».

Il risultato è stato una seconda sentenza «pressoché fotocopia» che, afferma l’avv. Galluzzo, «ha anche un evidentissimo difetto di motivazione, perché non si dice quali articoli o quali parti di articoli il giudice abbia considerato diffamatori».

«In una occasione – prosegue la nota – anziché nominare Pantano, si cita con nome e cognome l’altro giornalista (Michele Inserra) che era stato condannato nel maggio scorso; si nota poi un refuso quando la doglianza oggetto di causa si fa discendere da un solo articolo, e non dai 6 scritti citati negli atti; infine il giudice erroneamente riferisce che la linea difensiva di Pantano aveva individuato quale esimente ‘un fatto riportato da altri’, circostanza mai emersa nel processo, e invece presente nell’altro giudizio».

La causa era stata promossa dall’ex sindaco di Rosarno Giacomo Francesco Saccomanno, da un consigliere di maggioranza, Domenico Garruzzo, e dal fratello. Oltre a Pantano sono stati condannati anche Piero Sansonetti e la cooperativa Giornalisti Indipendenti che pubblicava Cronache del Garantista, giornale che non è più in edicola dopo il fallimento decretato dal Tribunale di Roma.

«A parte la modalità della condanna e di una sentenza in cui le mie ragioni vengono richiamate in maniera didascalica e macchiettistica – afferma Pantano – fa riflettere la pesante punizione decisa senza calcolo razionale del danno presunto e della tiratura tutto sommato limitata. Una sentenza della quale informerò ufficialmente il presidente del Tribunale per le opportune valutazioni su evidenti sbavature che a me sembrano un vero e proprio attentato alle libertà di tutti i cittadini».

La causa era stata al centro di una denuncia del Sindacato dei giornalisti. Il segretario generale aggiunto della Fnsi Carlo Parisi aveva criticato la richiesta sproporzionata e il linguaggio usato in una citazione in cui il cronista veniva definito «killer su commissione» e accusato di «meschineria».

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