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Gli arresti per l'operazione Pedigree

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REGGIO CALABRIA – La Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, guidata dal procuratore Giovanni Bombardieri, ha chiuso le indagini dell’operazione “Pedigree” (LEGGI LE NOTIZIE) contro la cosca Serraino.

Ai 24 indagati è stato notificato l’avviso firmato dai cinque pubblici ministeri che hanno coordinato le indagini: i sostituti procuratori Stefano Musolino, Walter Ignazitto, Sara Amerio, Diego Capece Minutolo e Paola D’Ambrosio.

L’inchiesta aveva portato a due operazioni scattate nel 2020 in cui sono stati arrestati, tra gli altri il boss Maurizio Cortese, ritenuto il reggente della cosca, e il poliziotto Sebastiano “Seby” Vecchio, ex assessore comunale di Reggio Calabria.

Entrambi, nei mesi scorsi, hanno deciso di collaborare con la giustizia. Anche per loro è stata chiusa l’indagine e presto potrebbe essere formulata la richiesta di rinvio a giudizio. Tra i 24 indagati ci sono anche altri due pentiti, i fratelli Antonino e Daniele Ficolamo.

Assistente capo della polizia di Stato, Vecchio è stato arrestato lo scorso ottobre con l’accusa di associazione mafiosa. Prima di saltare il fosso, per la Dda Vecchio era il politico di riferimento della cosca Serraino.

In sostanza dalle indagini era emerso che il clan Serraino gli assicurava «consistenti pacchetti di voti in occasione delle elezioni» e lui «sfruttava il ruolo di consigliere e assessore comunale per garantire favori ai membri della cosca di appartenenza e agli esponenti di altre articolazioni della ‘ndrangheta reggina».

Nelle ultime settimane, Seby Vecchio è stato interrogato nel processo “Gotha” e ha reso dichiarazioni contro alcuni politici come l’ex sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Scopelliti e l’ex sottosegretario regionale Alberto Sarra.

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