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Un momento del sequestro dei beni

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REGGIO CALABRIA – I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, coordinati dalla Procura della Repubblica diretta dal Procuratore Giovanni Bombardieri, hanno eseguito il provvedimento del Giudice per le Indagini Preliminari  con cui sono state disposte 7 ordinanze di custodia cautelare (3 in carcere, 3 agli arresti domiciliari e 1 obbligo di dimora) nei confronti di altrettanti soggetti considerati responsabili, a vario titolo, del dissesto della casa di cura “Villa Aurora”, nonché il sequestro di beni per un valore complessivo pari a circa 12 milioni di euro.

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Ai destinatari delle misure sono stati contestati, in particolare, l’associazione per delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta, l’autoriciclaggio e l’omesso versamento di ritenute. Il provvedimento rappresenta l’epilogo di indagini condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, con il coordinamento del Procuratore Aggiunto Gerardo Dominijanni e la direzione del Sostituto Procuratore Massimo Baraldo, in relazione alle vicende che hanno riguardato la casa di cura “Villa Aurora”.

Le indagini effettuate hanno messo in luce la sussistenza di gravi indizi in ordine ai reati di “False comunicazioni sociali”, “Truffa” aggravata e “Appropriazione indebita” aggravata in capo ai diversi soci ed amministratori che, nel corso del tempo, si sono succeduti nella gestione/amministrazione della citata casa di cura e condotto a ritenere che, alla base dell’acquisizione del pacchetto azionario della società, vi fosse l’esclusiva finalità di depauperare il patrimonio della stessa.

Attraverso le indagini i finanzieri hanno, infatti, dimostrato che «le somme prelevate e distratte dalle casse di “Villa Aurora”, sfruttando il meccanismo dei finanziamenti infragruppo sono state, in parte, impiegate in altre attività economiche riconducibili ai medesimi indagati (ponendo, quindi, in essere condotte di autoriciclaggio). Attesa la totale estraneità delle finalità accertate agli interessi della clinica, veniva, così, cagionato – proseguono i finanzieri – un depauperamento tanto grave del relativo patrimonio da causarne il dissesto e, di conseguenza, l’ammissione della società “Villa Aurora S.r.l.”, con decreto dell’aprile 2018, alla procedura di concordato preventivo».

Le somme «sono state impiegate in modo del tutto anomalo, ossia per l’acquisto di testate giornalistiche da parte della capogruppo, la costituzione di pegni per aperture di linee di credito in favore di persone fisiche, l’acquisto di quote di ulteriori società, l’affidamento di incarichi professionali privi di giustificazioni, per rimpinguare le casse di altre società nella disponibilità dei sodali e, addirittura, per pagare il prezzo di vendita delle quote della stessa “Villa Aurora” agli ex soci. In parallelo, analizzando le risultanze emerse anche sotto profili di rilevanza fiscale, a seguito di autonome e specifiche attività di verifica, è stato rilevato, a carico degli amministratori protempore, il sistematico omesso versamento delle somme dovute a titolo di sostituto di imposta dal 2012 al 2015» per un valore di 2.119.110,57.

Con l’Ordinanza su richiesta di applicazione di misura cautelare personale e sequestro preventivo sono state disposte, nelle Province di Reggio Calabria, Frosinone, Perugia e Catanzaro

La custodia cautelare in carcere per

  1. Giorgio Rea, nato a Sora (FR) il 24.06.1978;
  2. Pietro Domenico Mangiapelo, nato in Venenzuela il 24.11.1968;
  3. Alessandro Casinelli, nato a Roma il 08.03.1983;

Gli arresti domiciliari sono stati disposti per

  1. Patrizia Ferri, nata a Sora (FR) il 24.12.1978;
  2. Francesco Margiotta, nato a Catanzaro il 07.05.1983;
  3. Marco Petricca, nato a Sora (FR) il 11.06.1983;

In fine l’obbligo di dimora nel Comune di residenza per Giuseppe Musto, nato a Napoli il 18.06.1983.

Inoltre sono stati sequestrati la quota del 95% del capitale sociale della società “Villa Aurora S.r.l.” comprensivo dell’immobile sede della casa di cura, nonché di attrezzature presenti all’interno del predetto immobile, a ciò si aggiunge il sequestro preventivo finalizzato alla confisca di conti correnti e veicoli intestati alla società, somme di denaro, conti correnti bancari, libretti di risparmio, titoli, azioni, fondi e strumenti d’investimento, beni mobili registrati, beni immobili e ogni altra utilità nella disponibilità degli indagati per un importo complessivo pari a € 1.021.413,00; il sequestro preventivo di somme di denaro, conti correnti bancari, libretti di risparmio, titoli, azioni, fondi e strumenti d’investimento, beni mobili registrati, beni immobili e ogni altra utilità nella disponibilità degli indagati finalizzato alla confisca, anche per equivalente, in relazione ai reati di omesso versamento di ritenute, per un importo complessivo pari a € 2.119.110,57, per un totale pari a circa 12 milioni di euro.

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