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La questura di Reggio

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REGGIO CALABRIA – Una vasta operazione della Polizia di Stato, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Reggio Calabria e denominata Arma Cunctis, è stata messa assegno all’alba ed ha portato all’esecuzione di 36 provvedimenti di custodia cautelare (di cui 15 in carcere, 13 agli arresti domiciliari e 8 di presentazione alla polizia giudiziaria) nei confronti di altrettanti soggetti.

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Gli indagati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico di armi clandestine collegata e funzionale alle attività della ‘ndrangheta; associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti; nonché di un’ampia gamma di delitti in materia di detenzione e porto illegale di armi clandestine, fra cui pistole, fucili mitragliatori e armi da guerra con relativo munizionamento, e di coltivazione di numerose piantagioni di canapa indiana e cessione di droga, prevalentemente hashish e marijuana.

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L’inchiesta svolta dallla Squadra Mobile di Reggio Calabria ha consentito di individuare l’assetto organizzativo e l’operatività di una pericolosa struttura criminale che gestiva nell’area della Locride e in altre parti della provincia di Reggio Calabria un impressionante traffico di armi clandestine.

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In particolare, le indagini hanno svelato come soggetti contigui alla cosca Commisso di Siderno (RC) e appartenenti alla cosca Cataldo di Locri (RC), strutturati in una consorteria criminale, abbiano avuto la capacità di gestire il traffico di centinaia di armi di ogni genere e calibro, fra cui i fucili mitragliatori AK 47 Kalashnikov, pistole calibro 9 luger, Walter PPK, cal. 44 magnum.

I particolari dell’operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà alle 11 presso la Sala Convegni della Questura di Reggio Calabria. 

L’operazione ‘Arma Cunctis’ ha consentito di individuare l’assetto organizzativo e l’operatività di una pericolosa struttura criminale – cui fanno parte soggetti (Bruno Filippone e Francesco Filippone) ritenuti vicini alla cosca Commisso di Siderno (RC) e appartenenti (Domenico Zucco e Giuseppe Zucco classe 1961) alla cosca Cataldo di Locri (RC) – che gestiva nell’area della Locride e in altre parti della provincia di Reggio Calabria un impressionante traffico di armi clandestine.

Ricostruiti anche i ruoli degli indagati all’interno della compagine criminale (Antonio Lizzi, Giuseppe Arilli e Bruno Filippone al vertice del sodalizio; Maurizio Napoli e Giorgio Timpano in posizione apicale con il ruolo di stabili fornitori; altri indagati in posizione subordinata, in qualità di collaboratori, corrieri, intermediari tra venditori e acquirenti).

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