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I carabinieri di Reggio durante l'operazione

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ROSARNO (REGGIO CALABRIA) – Una vasta operazione, denominata “Ares”, contro le cosche attive a Rosarno e nella piana di Gioia Tauro, e in aprticolare contro il clan Cacciola e il clan Bellocco, è stata messa a segno alle prime ore di questa mattina dall’Arma dei Carabinieri di Reggio Calabria, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia reggina, in esecuzione di un provvedimento di fermo di indiziato di delitto nei confronti di 31 persone, ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, tentato omicidio, estorsione, porto e detenzione di armi, danneggiamento e altri reati.

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Un blitz che ha portato a disarticolare due pericolose cosche della ‘ndrangheta di Rosarno, entrambe dedite alle estorsioni e all’importazione di quintali di cocaina purissima dal Sudamerica e di hashish dalla Spagna e dal Marocco, destinate a varie piazze di spaccio in Lombardia, Piemonte e Sicilia.

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Dalle indagini è emersa anche la violenta contrapposizione fra i due gruppi, entrambi intenzionati ad imporsi sulla scena criminale rosarnese e ad acquisire il controllo mafioso del territorio con aggressive intimidazioni, danneggiamenti e agguati con armi da fuoco ed esplosivo. I particolari dell’operazione sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa che il Procuratore di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri, ha tenuto alle ore 11.00 presso il Comando Provinciale Carabinieri.

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All’esito delle perquisizioni sono stati rinvenuti e sottoposti a sequestro complessivamente: 1 fucile a canne mozze cal. 12; 1 fucile mitragliatore AK47; 1 mitragliatrice cal. 9 marca Uzi; 1 pistola cal. 9; munizionamento vario tipo e calibro e caricatori; 8 chili di marijuana e 3 chili di hashish; denaro contante per circa 900mila euro. 

Il provvedimento costituisce la sintesi di un lavoro di ricostruzione degli assetti e degli equilibri interni ed esterni alla cosca Cacciola, documentati nel corso tempo grazie alle dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia e attualizzati da un’articolata attività investigativa, avviata nel settembre 2017 dai militari del Nucleo investigativo del Gruppo carabinieri di Gioia Tauro sotto la direzione della locale Direzione distrettuale antimafia, con il coordinamento del procuratore aggiunto Gaetano Calogero Paci e del sostituto procuratore Adriana Sciglio.

L’indagine ha accertato che l’originaria compattezza della cosca si era affievolita già dopo la scomparsa di Domenico Cacciola, avvenuta nel 2013 (LEGGI LA NOTIZIA), ucciso dai suoi sodali per lavare l’onta di una relazione extraconiugale intrattenuta con una donna riconducibile ai ‘Bellocco’, Francesca Bellocco (LEGGI LE NOTIZIE SULL’OMICIDIO DI FRANCESCA BELLOCCO), anche lei vittima di omicidio per mano del figlio Francesco Barone, recentemente condannato per tale delitto (LEGGI).

L’esplosione delle conflittualità è stata registrata lo scorso 16 settembre, quando un ‘commando’ capeggiato da Gregorio Cacciola, 38 anni, figlio di Domenico, ha tentato di sequestrare, in pieno giorno ed in pieno centro a Rosarno, con il fine ultimo di condurlo in un luogo isolato e sopprimerlo, Salvatore Consiglio (LEGGI LA NOTIZIA). Quest’ultimo, considerato uno degli emergenti della ‘ndrina dei ‘Grasso’, tradizionale cosca satellite dei ‘Cacciola’, è riuscito a scampare al proprio destino solo reagendo prontamente al fuoco con una pistola illegalmente portata all’interno dell’autovettura.

Dalla contestualizzazione dell’episodio e dalle attività investigative avviate dal Gruppo di Gioia Tauro è emersa una precisa chiave di lettura delle dinamiche mafiose interne al gruppo ‘Cacciola’, ormai scisso nelle due cosche dei ‘Cacciola-Grasso’ e dei ‘Cacciola’. L’indagine ha potuto acclarare che i componenti dei due gruppi in conflitto hanno iniziato a muoversi armati, pronti per sostenere un eventuale conflitto a fuoco, con armi detenute e trasportate attuando diversi escamotage, come quello di occultarle all’interno dei vani di allocazione degli airbag delle autovetture.

Le attività tecniche di intercettazione hanno consentito di registrare l’attualità delle dinamiche conflittuali, pervenendo anche all’arresto in flagranza di armi di alcuni componenti dei due gruppi, individuandone gli assetti attuali nelle due formazioni omonime dei ‘Cacciola-Grasso’ e ‘Cacciola’, attribuendo ad ognuno degli associati le mansioni svolte, comprese quelle penalmente più rilevanti di promozione, direzione e coordinamento dei due sodalizi, documentandone le gravi iniziative criminali e i rispettivi ambiti di interesse illecito, nel più ampio contesto della società di Rosarno del mandamento tirrenico della provincia di Reggio Calabria, con proiezioni e rapporti consolidati in altre aree del territorio nazionale ed estero. In particolare, dentro tale contesto è stato anche accertato il tentativo del gruppo ‘Cacciola’ di più recente formazione di assumere una posizione egemonica, approfittando della condizione di maggiore debolezza delle famiglie mafiose dei ‘Pesce’ e dei ‘Bellocco’ indotta dalle più recenti operazioni di polizia giudiziaria.

TRAFFICO INTERNAZIONALE DI DROGA

Sul versante del narcotraffico internazionale è stato documentato nella presente indagine il trasferimento di un ingente quantitativo di stupefacente, circa 300 chili di cocaina con un elevatissimo grado di purezza (oltre il 95%), importati dai ‘Cacciola-Grasso’ attraverso individuati emissari delle cosche sanlucote in Colombia nonché rapporti con le organizzazioni criminali della penisola iberica, da dove è stato possibile documentare il trasferimento di almeno 500 chili di hashish, provenienti dal Marocco, indirizzate alle ‘piazze di spaccio’ del Nord Italia, specie quelle dell’hinterland di Milano e delle provincie più piccole della Lombardia e del Piemonte, consentendo agli organizzatori rosarnesi di accreditarsi come grossisti puntuali ed affidabili, in cima alla catena distributiva dello stupefacente. 

È stato accertato che le famiglie mafiose ‘Cacciola-Grasso’ abbiano utilizzato una impresa di fuochi d’artificio per confezionare gli ordigni esplosivi per l’attuazione del programma delittuoso e che hanno contribuito a rafforzare il potere delle due consorterie. Dalle conversazioni intercettate, infatti, risulta come i ‘Cacciola-Grasso’ avrebbero commissionato a Giovanni Ursetta delle vere e proprie bombe – solitamente impiegate per danneggiamenti agli esercizi commerciali – fabbricate con una carica di esplosivo talmente elevata che Giovanni Grasso, intercettato, riferiva al suo interlocutore che “avevano fatto vibrare il paese”. Inoltre, le attività tecniche ed i servizi di pedinamento hanno registrato come i luoghi di detenzione domiciliare dei soggetti indagati fossero diventati teatro dei summit necessari a pianificare le diverse operazioni illecite, compresa l’importazione della cocaina dal Sudamerica.

SEQUESTRI PER OLTRE 5 MILIONI DI EURO

Il provvedimento della Procura Distrettuale reggina interviene per interrompere la sequenza di gravi delitti accertati e soprattutto per impedire la fuga all’estero di alcuni degli indagati di vertice dell’organizzazione, mediante la predisposizione di falsi passaporti, per sottrarsi alla imminente esecuzione di titoli penali definitivi. Alla luce delle complessive risultanze investigative è stato disposto il sequestro preventivo delle attività economiche riconducibili alle cosche indagate: un fondo agricolo – messo a disposizione dei ‘Cacciola-Grasso’ per occultare le armi della consorteria – e 1’autovettura sistematicamente impiegata per il trasporto delle armi, per un valore stimato di circa 5 milioni di euro.

Di seguito l’elenco delle attività commerciali sottoposte a sequestro:

  • ‘Royal Bar di Petullà Kevin’, esercizio pubblico a Rosarno;
  • ‘Valentiniano Francesco’, attività di lavaggio auto e commercio di accessori per auto, con sede a Rosarno;
  • ‘Nuove creazioni di Grasso Marilena’, attività di commercio al dettaglio di abbigliamento, a Rosarno;
  • ‘Freedom Store di Borgese Caterina’, attività di commercio al dettaglio di abbigliamento, a Rosarno;
  • ‘E20 di Spettacolo di Ursetta Domenico’, attività di spettacoli pirotecnici, con sede a Vibo Valentia. 
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