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Domenico (Mimmo) Lucano

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RIACE – Il terremoto che ha travolto il comune di Riace con l’arresto del sindaco Domenico Mimmo Lucano (LEGGI LA NOTIZIA) simbolo del sistema di accoglienza e integrazione, non ha riguardato solo l’ipotesi di favoreggiamento di immigrazione clandestina ma anche quello di una gestione fraudolenta della raccolta dei rifiuti.

In particolare, le indagini hanno evidenziato anche «il fraudolento affidamento diretto del servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti della cittadina riacese, così impedendo l’effettuazione delle necessarie procedure di gara previste dal Codice dei contratti pubblici e favorendo invece due cooperative sociali, la “Ecoriace” e L’Aquilone”, cooperative sociali che difettavano dei requisiti di legge richiesti per l’ottenimento del servizio pubblico, poiché non iscritte nell’apposito albo regionale previsto dalla normativa di settore. Le indagini hanno invece dimostrato come Lucano, al precipuo scopo di ottenere il suo illecito fine, a seguito dei suoi vani e diretti tentativi di far ottenere quella iscrizione, si sia determinato ad istituire un albo comunale delle cooperative sociali cui poter affidare direttamente, secondo il sistema agevolato previsto dalle norme, lo svolgimento di servizi pubblici».

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In questo modo «Lucano approntava così le condizioni per incaricare, in maniera solo apparentemente conforme al dettato legislativo, la “Ecoriace” e “L’Aquilone” della raccolta e del trasporto di rifiuti nel territorio comunale riacese: l’attività veniva peraltro espletata dall’ottobre 2012 fino all’aprile 2016. Con tale decisione, in sostanza, si procedeva fraudolentemente all’artificioso riconoscimento (del tutto sganciato dalla normativa vigente e dunque sprovvisto di validi effetti) in capo alle due cooperative dei presupposti necessari per la disapplicazione delle regole in materia di selezione, da parte delle amministrazioni pubbliche, dei soggetti cui aggiudicare servizi, lavori od opere. Lucano dunque, rilevato a seguito del suo quanto meno inopportuno interessamento per conto delle due cooperative, che queste non sarebbero mai riuscite ad ottenere l’iscrizione tempestiva nel citato albo regionale, si risolveva fraudolentemente ad ammantare di legalità l’assegnazione diretta dei servizi alle citate cooperative prima facendo approvare alla Giunta da lui presieduta un albo comunale simile a quello previsto dalle norme, poi suggerendo con successo al Consiglio comunale di procedere alla suddetta assegnazione diretta e infine proponendo più volte, ancora alla Giunta comunale, la proroga dell’affidamento, che risultava effettivamente concessa».

In conclusione, «affidando in via diretta alla “Ecoriace” ed a “L’Aquilone” i servizi di raccolta e trasporto rifiuti, Lucano ha impedito l’effettuazione delle necessarie e previste procedure di gara, così inevitabilmente: condizionando le modalità di scelta dei contraenti da parte dell’ente amministrativo da lui gestito e violando il principio di libera e sana concorrenza; producendo in capo alle due cooperative sociali un ingiusto vantaggio patrimoniale, quantificato in circa un milione di euro».

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