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Silvana Catalano

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CAULONIA (REGGIO CALABRIA) – Torturata, massacrata di botte e seviziata, quindi abbandonata agonizzante. Il suo volto sarebbe stato sfigurato dalle percosse. Una scena da Arancia Meccanica agli occhi dei soccorritori. Così è morta Silvana Clelia Catalano, la donna di origini italiane brutalmente assassinata lo scorso 2 novembre entro le mura della propria casa a Batna (Algeria), distante oltre 300km a sud di Algeri.

Sarebbe stata tradita da una donna amica, quantomeno conoscente. Secondo l’usanza algerina, la donna, sola in casa, non avrebbe aperto la porta a sconosciuti; uomini, per giunta. I ladri, se di ladri si tratta, sarebbero quindi entrati in casa con uno stratagemma ed impedito alla donna di dare qualsiasi allarme. Sarebbero stati almeno in sei, due all’esterno della casa, a fare da palo, e quattro all’interno. Cercavano qualcosa di particolare che forse non hanno trovato dal momento che hanno lasciato la casa a soqquadro con tutte le suppellettili.

La polizia algerina avrebbe fermato almeno cinque persone indiziate del reato. La donna, sessantacinque anni, nativa di Caulonia ed emigrata in Algeria, terra del marito, risiedeva a Batna da dove, contrariamente da quanto sarebbe trapelato da talune fonti di stampa, “non avrebbe mai voluto allontanarsi, perché lì giace sepolta Fatima, la sua terzogenita morta dopo alcuni mesi dalla nascita”.

Ci dichiara la sorella minore Roberta che abbiamo incontrato a Caulonia, dove risiede anche la loro sorella maggiore, Anna. Tre sorelle cresciute a San Nicola di Caulonia dove vivevano i loro genitori. Silvana, molto legata ai genitore e alle sorelle, faceva frequenti ritorni alla casa natia, unitamente ad alcuni suoi familiari.

Ultimati gli studi all’Istituto Alberghiero di Locri, Silvana sarebbe emigrata in cerca di lavoro. Lavoro che la conduceva in Germania dove incontrava il marito, anch’egli lavorante nella stessa catena di ristorazione. La loro unione li portava in Francia in cerca di maggiore benessere. In Francia si sposavano, dopo che Silvana aveva abbracciato la fede musulmana. Dalla loro unione sono nati cinque figli, il maggiore dei quali è Soufiane.

A ritrovarla, ormai morente, la figlia Silvi rientrando a casa. Inutili i soccorsi, per la donna non c’era più nulla da fare. La Procura della Repubblica di Roma ha aperto un fascicolo per omicidio volontario sul caso della connazionale morta assassinata in Algeria.

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