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Una casa circondariale

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REGGIO CALABRIA – Il rischio della diffusione del Covid-19 tra i detenuti è stato al centro di una visita effettuata alla casa circondariale “G.Panzera” di Reggio Calabria dal Garante regionale dei detenuti Agostino Siviglia e la Garante del comune di Reggio Calabria per le persone private della libertà personale Giovanna Russo.

Erano stati i detenuti ad avanzare la richiesta a causa di tensioni derivanti dalla paura di diffusione Covid all’interno dell’Istituto penitenziario.

I garanti hanno visitato personalmente la sezione dell’Istituto penitenziario riscontrando, hanno evidenziato, che «gli sforzi profusi dall’amministrazione penitenziaria reggina sono volti in questo particolare momento a tutelare e scongiurare il rischio da contagi covid-19 all’interno del carcere».

Venerdì pomeriggio scorso un detenuto, già posto per profilassi in isolamento covid in una delle due celle dedicate all’interno della stessa sezione, è risultato positivo ai controlli effettuati con il primo tampone. Prontamente sono state sottoposte a tampone tutte le unità che potevano essere entrate in contatto con il detenuto positivo e successivamente si sono esperite le procedure di sicurezza, ulteriore tracciamento e contenimento.

Malgrado ciò i detenuti hanno sollevato una pur sempre pacifica protesta e domenica mattina sono stati tamponati tutti e 56 i detenuti della sezione benché non fossero entrati direttamente in contatto con il soggetto positivo. Risultato dei tamponi: tutti negativi.

«La tensione che si respira negli istituti penitenziari rimane alta, del resto impossibile non comprenderne le ragioni. Questo periodo di pandemia – aggiungono i Garanti – aumenta la paura all’interno delle carceri dove le celle non consentono un distanziamento sociale tra i detenuti e gli spazi di isolamento destinati ai casi sospetti presentano comunque delle fragilità strutturali. Siamo dalla parte dell’Amministrazione penitenziaria, in piena e reciproca sinergia lavorativa, ma sempre e soprattutto a sostegno e tutela dei diritti dei detenuti che rimangono il nostro primo obiettivo nello svolgimento del mandato assunto».

I due Garanti hanno fatto visita anche alla sezione femminile ascoltando e risolvendo prontamente alcune istanze delle detenute, tra le quali la richiesta di una madre che non poteva mettersi in contatto con il figlio di soli due anni e mezzo ospite in una casa famiglia.

Una ulteriore verifica è stata operata nella sezione di osservazione psichiatrica in cui Siviglia ha potuto rilevare come, malgrado gli sforzi profusi in questi ultimi anni, la situazione sia ancora inadeguata o peggio non rispondente ai risultati sperati.

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