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Il progetto del nuovo ospedale a Palmi

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PALMI (REGGIO CALABRIA) – Quando sarà costruito il nuovo ospedale? È questa la domanda che da 13 anni i cittadini del territorio pianigiano si pongono pedissequamente, ma di fatti mai nessun mezzo da lavoro ha mai concretamente varcato il cantiere di Contrada San Leonardo.

La storia di questa fondamentale struttura al servizio di un’aria di oltre 270.000 abitanti è ormai una vera e propria odissea. Era infatti il lontano 7 dicembre 2007 quando l’accordo Stato/Regione decretò con somma urgenza la costruzione del nosocomio. Da allora, una storia infinita fatta di ritardi e negligenza.

L’approvazione del progetto preliminare arriva solo nel 2011 e ad aggiudicarselo è la ditta “Tecnis” nel 2014. Seguono nel 2018 la presentazione del progetto definitivo e l’indizione della conferenza dei servizi. Nel 2019 la “Tecnis” fallisce e a quest’ultima subentra la “D’Agostino Costruzioni“, incaricata finalmente di dare avvio al cantiere.

La svolta solo a febbraio 2021, quando viene chiusa la conferenza dei servizi sul progetto definitivo. Ma gli ostacoli, per la realizzazione, sono stati e restano ancora troppi.

Lunghissima la procedura per la rimozione dei famosi tuboli archeologici di terracotta rinvenuti sul sito e successivamente spostati, così come ancora attendono la rimozione i due tralicci dell’elettrodotto presenti e per cui ancora ci vorranno dei mesi. È questo adesso l’effettivo e ultimo impedimento per l’avvio del cantiere, ma ciò non basta a spiegare gli anni di proteste e di lotte dei cittadini.

Si pensi, ad esempio, alla grande marcia organizzata nel 2019 da “ProSalus” e alle recenti diatribe sorte fra l’amministrazione palmese e l’Asp di Reggio Calabria per trattenere alcuni uffici amministrativi a Palmi. La sensazione è che si stia facendo di tutto per mantenere quantomeno un minimo di presidio sanitario sul territorio.

L’ultimo lumicino è adesso l’odierna Casa della Salute presso l’ex Ospedale “Pentimalli” di Palmi, nella consapevolezza che per la popolazione sia ciò che rimane del presidio di Gioia Tauro, sia la distanza con il Santa Maria degli Ungheresi di Polistena siano un fattore di disagio incolmabile. La cittadinanza ha necessità del diritto alla sanità e un’attesa lunga ormai quasi 14 anni, risulta da più parti alquanto ingiustificabile.

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