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REGGIO CALABRIA – Non si spengono i riflettori sulla vicenda della donna morta d’infarto a Villa San Giovanni e sulla denuncia del suo medico curante in relazione all’arrivo dell’ambulanza del 118 «dopo 90 minuti e senza medico a bordo».

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Hanno subito deciso di provare a fare chiarezza sull’accaduto tanto la Procura della Repubblica guidata da Giovanni Bombardieri, che ha aperto un fascicolo d’indagine contro ignoti, quanto l’Asp con l’avvio di un’inchiesta interna e di un primo controllo che ha smentito il racconto del dottore Salvatore Oriente. La novità di ieri è che quest’ultimo è stato convocato nella sede della Direzione generale dell’Asp per una verifica secondo la metodologia del risk management. L’incontro è stato sereno, cordiale, dai toni distesi, ma con le dovute puntualizzazioni da una parte e dall’altra.

Ad accogliere Oriente sono stati il direttore sanitario Domenico Minniti e il commissario Gianluigi Scaffidi, affiancati dalla dottoressa Delfino. I presenti si sono confrontati partendo, ovviamente, da quanto successo nella notte dello scorso 28 ottobre per poi discutere delle possibili azioni da intraprendere per migliorare i servizi sanitari. Se i vertici dell’Azienda sanitaria reggina hanno ribadito che «il ritardo di novanta minuti non risulta agli atti e che il mezzo partito da Scilla è arrivato a destinazione poco oltre i 18 minuti canonici», dal canto suo il dottore Oriente ha riaffermato che «il ritardo c’è stato e non è stato poco – spiega al Quotidiano – l’ambulanza è giunta almeno tre quarti d’ora dopo la nostra chiamata e comunque senza medico a bordo».

E i 90 minuti segnalati nella lettera inviata al ministro della Salute Roberto Speranza? Ammesso che non si sia trattato di così tanto tempo, quello del dottore Oriente è stato certamente uno sfogo scritto nel cuore della notte dopo aver fatto di tutto per salvare una paziente che invece poi non ce l’ha fatta. Uno sfogo dettato dalla stanchezza, dalla rabbia, per le sue tante denunce rimaste inascoltate e per le troppe criticità che persistono nella sanità.

«Ribadisco che il tempo d’arrivo del 118 è stato più lungo, di sicuro non 15-18 minuti. Oltre mezz’ora sono durate le manovre e le terapie che ho fatto alla signora in attesa dell’ambulanza, pertanto…». E proprio dei primi soccorsi prestati ha riferito dettagliatamente ai rappresentanti dell’Asp, fermo restando che lui non era nemmeno tenuto a intervenire visto che nelle ore notturne funziona il presidio di Guardia medica.

Al di là dei tempi – «brevi» per l’Asp e «lunghi» per Oriente – impiegati dall’ambulanza, resta il caso dell’assenza del medico a bordo. E qui il problema è davvero grosso, una vergogna: oltre a esserci attualmente soltanto due ambulanze in tutta la provincia, il 118 arriva senza medici semplicemente perché medici non ce ne sono. Un sistema sanitario al collasso, un problema che da decenni si perpetua in terra di Calabria, quello che il dottore Oriente ha voluto segnalare a Speranza raccontando la morte di una sua paziente. Con l’auspicio «che il clamore suscitato da questa vicenda possa dare dei frutti».

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