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Gli alberi abbattuti a Reggio

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REGGIO CALABRIA – Il Circolo Legambiente Reggio Calabria “Città dello Stretto” ha chiesto, in una lettera inviata al sindaco Giuseppe Falcomatà che siano sospesi con effetto immediato gli interventi in corso di “Riqualificazione Piazza Cimitero e opere di urbanizzazione e nuova viabilità adiacente al Cimitero di Condera”, avviati in questi giorni dall’Impresa A.E.T. – Ambiente-Edilizia-Territorio s.r.l. su incarico del Settore Lavori Pubblici dell’Amministrazione Comunale di Reggio Calabria.

Si è proceduto, infatti, al taglio di più di trenta alberi, tra pini domestici ed eucalipti, nell’area del parcheggio del cimitero, provocando effetti devastanti per le specie di avifauna che nidificano in questo periodo, causando strage di nidi, uova e di piccoli uccelli.

Gli uccelli nidificatori sono una classe ovipara, per cui si comprende l’importanza che ha nella riproduzione l’integrità del nido, destinato alla deposizione e alla cova delle uova. Inoltre, nelle specie che hanno nidificato sugli alberi i pulcini, essendo “prole inetta”, hanno bisogno delle costanti attenzioni dei genitori che devono fornirgli cibo e protezione, fino alla loro completa autosufficienza.

“Per questo motivo – scrive il circolo di Legambiente – basterebbe solo un po’ di buon senso per comprendere che questo tipo di intervento non può essere effettuato in questo periodo di nidificazione, ma deve essere posticipato per consentire il completamento del ciclo riproduttivo di queste specie, tuttora in corso nelle sue diverse fasi, che si completerebbe a metà del mese di luglio. Ma se non basta il buon senso, c’è la normativa vigente che ne fa obbligo. La Legge n. 157/1992, “Norme per la protezione della fauna selvatica”, definisce “fauna selvatica oggetto della tutela della presente legge le specie di mammiferi e di uccelli dei quali esistono popolazioni viventi stabilmente o temporaneamente in stato di naturale libertà nel territorio nazionale” e la Direttiva Europea 2009/147/CE sulla tutela dell’avifauna selvatica, stabilisce all’art. 1 “la conservazione di tutte le specie di uccelli viventi naturalmente allo stato selvatico nel territorio europeo degli Stati membri.” e all’art.1 comma 2 che “La presente direttiva si applica agli uccelli, alle uova, ai nidi e agli habitat”. All’art. 5 fa divieto al comma a) “di ucciderli o di catturarli deliberatamente con qualsiasi metodo”; al comma b) “di distruggere o di danneggiare deliberatamente i nidi e le uova e di asportare i nidi”; al comma d) “di disturbarli deliberatamente in particolare durante il periodo di riproduzione e di dipendenza”. Ma se ciò ancora non bastasse, l’intervento in oggetto non può considerarsi legittimo anche perché il Comune stesso si è dotato nel 2017 del Regolamento Comunale “Tutela dei diritti degli animali e dell’ambiente”, che all’art. 43 “Fauna Selvatica” al comma 2 recita: “La Civica Amministrazione favorisce la presenza della fauna selvatica autoctona stanziale presente sul territorio urbano”, e al comma 3 “È vietato a chiunque sul territorio comunale molestare (…) le specie appartenenti alla fauna selvatica autoctona”. Inoltre, al comma 8 dello stesso articolo prevede che: “L’opera di potatura ed abbattimento degli alberi (…) o qualsiasi altro tipo di intervento, qualora effettuate nel periodo riproduttivo degli uccelli, devono prevedere l’adozione di misure idonee ad evitare la morte di nidiacei e/o la distruzione dei nidi”.

Lo stesso Regolamento Comunale, inoltre, al comma 3 dell’art. 51 “Sanzioni” prevede che: “La violazione compiuta (…), subordinata al rilascio di un’autorizzazione, licenza o altro atto di consenso comunque denominato, comporta l’obbligo di sospensione dell’attività, fino a che non venga rimossa l’inadempienza (…)”.

“Dunque – è la conclusione degli ambientalisti – oltre a chiedere che venga semplicemente, ma prontamente applicato il Regolamento approvato dalla stessa amministrazione comunale, Legambiente chiede il motivo per cui si è proceduto all’abbattimento dei numerosi alberi, e qualora fosse giustificato da necessità dettate dal progetto di riqualificazione, chiede che tipo di intervento di risarcimento delle piante sia previsto, il numero e la qualità delle nuove piantumazioni, e nelle more della sospensione dell’intervento, che si è sicuri verrà disposto, di potere avanzare eventualmente, a garanzia delle necessarie funzioni ecologiche, decorative e di ombreggiamento, delle proposte alternative sul verde previsto”.

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