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Un incendio in Aspromonte

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La situazione sta precipitando. Fuoco, fiamme, fumo, cenere e distruzione invadono l’Aspromonte. Una catastrofe epocale che si consuma nell’impotenza delle istituzioni locali e degli operatori del settore e con il debole apporto degli apparati centrali dello Stato.

La montagna brucia e lo fa rapidamente. Le fiamme viaggiano veloci verso sud e da Polsi hanno attaccato la più importante macchia di Farnetto esistente in Italia, ad Africo Vecchio.

Ma il fronte del fuoco si estende a macchia d’olio divorando tutto ciò che trova nel suo percorso. I roghi, ormai, stanno interessando località Canovai, parte di Montalto ed ancora i comuni di Roccaforte del Greco, Roghudi.

Il fuoco adesso è vicino alle aree di Africo Vecchio, Casalnuovo, Samo e Piani di Bova ma c’è grande scetticismo sul fatto che la corsa delle fiamme possa essere fermata entro la notte.

«È una catastrofe – tuona il Presidente dell’Ente Parco Nazionale d’Aspromonte, Leo Autelitano – Manca il coordinamento, i pochi uomini di Calabria verde che insistono nelle prossimità e i volontari (stanchi e stremati) che si stanno impegnando senza risparmiarsi non hanno i mezzi necessari per intervenire».

Drammatico anche l’allarme lanciato dal sindaco di Roghudi e Presidente dell’Associazione dei comuni dell’Area Grecanica. «Il mio accorato appello – evidenzia Pierpaolo Zavettieri – a tutti coloro che potranno fare ancora qualcosa, agendo con perizia e buonsenso, è di raccordarsi con il DOS di Calabria Verde e mettere a disposizione braccia, gambe e mezzi meccanici per salvaguardare ogni porzione possibile di vegetazione ancora non percorsa dal fuoco. L’esercito e la Protezione civile tornino sul campo attrezzati e si dimostri che ancora la Calabria, l’Aspromonte e l’Area Grecanica sono risorse da tutelare per l’Italia intera».

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