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RIACE (REGGIO CALABRIA) – Beppe Fiorello girerà in Calabria una miniserie sul Caso Riace, la cittadina guidata dal sindaco Mimmo Lucano balzata agli onori della cronaca come Modello di accoglienza. Ecco il pensionero del sindaco Lucano espresso nell’intervista rilasciata al Quotidiano Del Sud.

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Sindaco Lucano, è soddisfatto del clamore che sta avendo il “modello” di accoglienza di Riace?

«Sinceramente non vado cercando alcun clamore né mi interessano i vari riconoscimenti che arrivano da quasi tutto il mondo. Certo, tutto ciò, così come ora la scelta di Beppe Fiorello con l’intenzione di girare un film sulla nostra storia, è la dimostrazione che la strada intrapresa molti anni fa è quella giusta. Il merito è di tutti quelli che ci hanno creduto, ci credono, e operano dei progetti senza badare esclusivamente al business». 

Ultimamente più di qualche critica è stata sollevata nei suoi confronti, nei confronti della conduzione dei progetti di accoglienza. Qual è la verità?

«Sono cose che fanno male perché non vere o montate ad arte e in maniera strumentale. Manovre incomprensibili messe in atto per cercare di annientare me o per invidia di qualcosa. Il brutto è quando determinate azioni ti giungono dalle istituzioni, da quelle stesse istituzioni con le quali tu continuamente sei chiamato a collaborare per risolvere problemi. Solo qualche giorno fa al comune di Riace la Prefettura di Reggio Calabria ha mandato per accoglierli 35 minori non accompagnati, facenti parte dell’ultimo sbarco avvenuto in quel porto».

E quindi?

«Io proprio con quella Prefettura sto avendo problemi. Primo, perché da marzo del 2016 Riace non riceve un euro per gli immigrati e la situazione rischia ogni giorno di degenerare. Gli stranieri non sanno più come fare per vivere, i negozianti non sono disposti più a dare nemmeno i beni di prima necessità senza soldi. Finora è stato compiuto un miracolo. Secondo, per quanto è successo in seguito alle ispezioni avute».

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Già, le ispezioni. Mi sembra che siano state rilevate delle criticità nella conduzione dei progetti di accoglienza. Anche questo è roba inventata?

«Grazie per la domanda, era qui che volevo arrivare. Finora è stato pubblicato solo parzialmente l’esito delle ispezioni avute a Riace ultimamente. Tre nel giro di qualche settimana, una delle quali scaturita da una mia richiesta specifica. Ma, guarda caso, solo le risultanze di una sono state sbandierate da un giornale a livello nazionale. Ancora oggi mi chiedo chi l’ha mandata proprio a quelli. Una cosa che mi ha amareggiato molto, anche per il modo con il quale è stata interpretata. I rilievi che le istituzioni hanno fatto prevalere nella relazione fatta girare riguardano aspetti di denigrazione burocratica. Si parla di parentopoli e non dicono che però la mia famiglia vive lontana da Riace e io non ho alcun parente occupato nei progetti. Ecco perché contesto le modalità dell’ispezione della Prefettura su richiesta del Servizio centrale di accoglienza. Per non parlare della precedente ispezione Sprar».

Allora, in particolare, cos’altro c’è dietro queste ispezioni tanto da farle perdere la tranquillità?

«Sulle risultanze delle prime ispezioni io mi sono intestardito a chiederne un’altra più approfondita. La Prefettura ha così inviato a Riace quattro funzionari, che per fortuna non hanno effettuato le verifiche a campione come le precedenti. Hanno visitato le case occupate dai migranti, le scuole frequentate dai loro figli, hanno parlato con loro, che sono i primi giudici dei servizi loro forniti. Poi hanno messo sotto la lente tutta la documentazione».

E questa seconda relazione cosa dice?

«Non lo so. Solo ufficiosamente ho ricevuto plausi per il sistema di accoglienza dei rifugiati ospitati nel mio comune. Dopo varie richieste verbali per il rilascio della copia della relazione a esito dell’ispezione non ho mai ricevuto alcuna risposta. Anzi la Prefettura, ad ogni mia richiesta ha risposto che tutto era a posto e che non serviva rilasciare alcuna relazione. Il 6 febbraio mi sono deciso a presentare una richiesta scritta, anch’essa a tutt’oggi senza esito. Io non mi fermo e per un fatto etico e di trasparenza penso che sia un mio diritto avere copia di quella relazione. Poi, in base all’esito ufficiale riportato dalla stessa, potrei rivedere le mie posizioni».

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