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Giuseppe Falcomatà

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REGGIO CALABRIA – Crisi politica: resta tutto ancora in alto mare ed ancora non è chiara la strada per mettere fine alla seconda sindacatura di Giuseppe Falcomatà o, invece, lasciarsi alle spalle le turbolenze che hanno portato il Pd ad aprire di fatto la crisi politica cittadina.

Tutto a causa delle scelte del sindaco che, dopo la condanna per abuso d’ufficio al processo Miramare e la seguente sospensione dal ruolo per 18 mesi dettata dalla legge Severino, ha reso noto di avere individuato i due vicesindaci (Paolo Brunetti e Carmelo Versace) di sua stretta fiducia per il comune e per la città metropolitana non coinvolgendo né la maggioranza né il proprio partito ma premiando invece Italia Viva di Renzi e Azione di Calenda.

CASA DEMOCRAT. Proprio stasera si riunirà il gruppo del Pd presso la sede del partito di via Filippini per individuare il neo capogruppo in consiglio comunale e per capire la linea da tenere dopo il sisma politico che vede i democrat pronti a dare il foglio di via al loro sindaco. Alla riunione potrebbero partecipare sia il responsabile nazionale enti locali, Boccia che il sindaco Falcomatà. Il partito reggino appare deciso ad andare avanti con la linea dura: o dimissioni (del sindaco Falcomatà) o sfiducia a Brunetti in consiglio comunale. I democrat reggini sono in attesa di direttive romane dove le trattative sono serrate e vedono da una parte il pressing del Pd reggino per staccare la spina al secondo tempo di Falcomatà e dall’altra parte un’area moderata, vicina al sindaco, che cerca la mediazione.

Solo mercoledì, Roma comunicherà la linea da seguire ai democrat reggini che prenderanno parte al vertice del pomeriggio allargato al csx che sostiene Falcomatà.  Solo in quella sede saranno prese le decisioni. Tra le ipotesi alternative resta quella di chiedere l’azzeramento delle deleghe con 4 postazioni che dovrebbero ritornare in mano ai Dem mentre 3 toccherebbero ai democratici progressisti di De Gaetano e 2 resterebbero in quota Falcomatà. Tra le condizioni, se si arriverà a trattare, ci sarà la cessione al Pd dell’ambiente (il vero nodo del contendere visto le condizioni igienico-sanitarie della città) da parte di Brunetti. 

Ed il centrodestra? Come si sta muovendo dopo l’avanzata russa e la ritirata spagnola delle dimissioni? Oltre la linea attendista che prevede di capire prima cosa accadrà in casa Pd, di nuovo c’è la strategia dell’impegno alle dimissioni davanti ad un notaio. Un’idea bizzarra e singolare della Lega che prevede per i consiglieri di opposizione (ma anche quelli di maggioranza che lo volessero) di recarsi, a partire da oggi, davanti ad un notaio per firmare l’impegno alla dimissione da consigliere comunale. Un procedimento un po’ farraginoso che però offrirebbe la garanzia di non mandare allo sbaraglio nessuno e di evitare i giochi al massacro.

Perché, solo quando si raggiungerà la cifra di 17 nominativi utili a mandare a casa l’amministrazione Falcomatà, verranno resi noti i nomi di coloro che hanno aderito a questo tipo di impegno e chi si è impegnato deve andare a firmare, formalizzando l’atto nelle mani del segretario comunale. Ma nel frattempo avanza una nuova proposta: è quella presentata dal consigliere comunale di opposizione Saverio Pazzano (Movimento La strada). Pur presentandosi all’incontro con la stampa con le dimissioni in tasca, Pazzano ha suggerito, visto “lo stato comatoso della città ed totale fallimento amministrativo etico e morale di questa amministrazione” di predisporre una mozione di sfiducia che devono firmare anche gli altri consiglieri e che va votata in consiglio. Una posizione netta che prevede di discutere e votare la sfiducia in seno al senato cittadino e di tornare alle urne perché “ormai è chiaro: non esistono più le condizioni perché questa maggioranza vada avanti”.

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