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La sala del Consiglio regionale

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REGGIO CALABRIA – Nella seduta di oggi il Consiglio regionale ha approvato la proposta di legge, di iniziativa della Giunta, sul rifinanziamento del prestito contratto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze per l’estinzione dei debiti sanitari cumulativamente registrati fino al 31 dicembre 2005.

Il testo autorizza la Giunta regionale a rinegoziare, alle condizioni indicate dalla Cassa Depositi e Prestiti, il tasso di interesse del prestito trentennale contratto nel 2011 dalla Regione Calabria con il Mef pari a 428 milioni per ripianare i debiti sanitari fino a tutto il 2005: l’obiettivo è ridurre il tasso di interesse portandolo all’attuale 5,658% ad almeno il 2% (allo stato attuale, il residuo da pagare è pari a oltre 359 milioni di capitale e circa 265 milioni di interessi).

A relazionare sul provvedimento è stato il consigliere regionale Giuseppe Neri (FdI): «È un provvedimento importante che però doveva arrivare prima e questo ritardo è da stigmatizzare».

Dopo la relazione di Neri, ha aperto il dibattito Domenico Bevacqua (Pd): «Annuncio il voto a favore del gruppo del Pd nell’interesse dei calabresi, ma mi preoccupa la relazione di Neri perché qualcuno evidentemente non è stato scrupoloso ed è grave, vista la situazione del debito della sanità. Si dimostra che forse nei Dipartimenti c’è troppo lassismo o subordinazione alla politica e a chi governa».

Secondo Carlo Guccione (Pd) «il problema è che ancora non conosciamo la quantificazione del dedito della sanità. Cosa è accaduto in questi anni e quale ruolo ha avuto l’advisor Kpmg, finora costato ai calabresi 11 milioni, che doveva sistemare la situazione e dare assistenza alle aziende sanitarie visto che i conti oggi sono persino peggiorati? Sarebbe opportuno una convocazione congiunta della Commissione sanità e di quella Vigilanza sul punto. È necessario poi aprire una profonda riflessione sul Decreto Calabria 2».

Sulla stessa lunghezza d’onda Francesco Pitaro (Misto), che ha chiesto «di fare chiarezza sul tema dell’enorme debito della sanità». 

A parere di Baldo Esposito (Cdl) «va raccolta la proposta di convocare una seduta della terza Commissione sanità sul fatto che ancora non è stata fatta luce sul debito nella sanità e sul ruolo di Kpmg. Dobbiamo poi subito determinarci con il ministro della Sanità e il ministro delle Finanze per modificare il decreto Calabria 2».

Per Giuseppe Graziano (Udc) «la rinegoziazione del mutuo è necessaria è giusta. È opportuno che il Consiglio regionale faccia un’azione unitaria con un incarico formale a una delegazione formata da Giunta, maggioranza e minoranza a parlare con il governo per trovare una soluzione al tema del debito in sanità».

Domenico Giannetta (Forza Italia) ha annunciato che anche la Commissione Vigilanza, da lui presieduta, «farà la sua parte, con una azione congiunta con la Commissione sanità», osservando poi che «dobbiamo sostenere il commissario Longo in quanto è stata questa una linea politica di questa legislatura a differenza di quella conflittuale del passato, ma non dobbiamo assumerci responsabilità che non abbiamo: è il commissario che deve esigere la certificazione del debito dai commissari delle Asp».

Secondo Filippo Mancuso (Lega) «la pratica della rinegoziazione del debito nella sanità è una delle più importanti di questa legislatura perché ci darà un risparmio di almeno 140 milioni in interessi. Dobbiamo però rimarcare ancora una volta il fallimento del commissariamento della sanità, visto che dal 2010 a oggi il debito ha raggiunto un miliardo di euro».

Raffaele Sainato (Forza Italia) ha rilevato che «la priorità comunque è avere da chi di dovere l’esatta certificazione del debito». Per Giuseppe Neri (FdI) «è inutile mettere sul banco degli imputati Kpmg, è più efficace che ci dica cosa ha proposto e quindi capire chi poi non ha fatto il proprio compito». Filippo Pietropaolo (FdI) ha sostenuto che «dobbiamo tutti insieme, i partiti al governo a Roma ma anche il nostro, fare fronte comune per modificare il Decreto Calabria ma soprattutto per stabilire una fine certa del commissariamento».

Antonio De Caprio (Forza Italia) ha stigmatizzato «la mancanza di leale collaborazione nei confronti della Calabria in tema di sanità per una gestione fallimentare messa in atto dai vari commissari di governo». Graziano Di Natale (Iric) infine ha rimarcato che «la debolezza della politica calabrese è stata nell’aver consentito ai commissari di gestire non solo l’aspetto contabile ma tutto il settore della sanità, e questo ha fatto aumentare il debito e ridurre la qualità dei servizi».

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