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REGGIO CALABRIA – Trans-Lettera, Labirintite e, soprattutto, Co-stell-azione sono a rischio. Sono le tre gigantesche sculture di Paola Epifani, in arte Rabarama, che il comune di Reggio Calabria si aggiudicava per 660.000 euro nel 2007 e che oggi sono parte integrante del paesaggio del più bel chilometro d’Italia. Scarsa manutenzione, che ormai manca da qualche anno e che la stessa artista fece, gratuitamente, nel 2008; il vandalismo, le opere sono ricoperte di scritte e grafiti; l’aria salmastra vista la vicinanza al mare. Sono i fattori che mettono a repentaglio non solo la conservazione delle tre opere ma anche la sicurezza dei tanti reggini e visitatori, tra cui molti bambini, che amano immortalarsi ai piedi delle sculture o arrampicarsi sulle statue per giocare e viverle. Era questo in effetti lo spirito delle installazioni all’aperto di Rabarama: a chi le chiedeva, qualche anno fa, se questo uso delle opere sarebbe stato dannoso per le statue, lei aveva risposto: «Assolutamente no, finché sarò in vita sarò io stessa a provvedere alla loro pulizia ed agli eventuali ritocchi». Così non è stato.

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