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LOCRI –  Il giovedì santo, durante la messa crismale, in tutte le cattedrali italiane si espanderà il profumo del bergamotto. Anche quest’anno la diocesi di Locri-Gerace farà omaggio alle 225 diocesi italiane (e a due della Polonia e della Lituania) di un’ampolla contenente l’essenza di questo agrume particolare che viene prodotto soltanto in una fascia di cento chilometri, nella provincia reggina. L’iniziativa è stata presentata durante una conferenza stampa presso l’Episcopio di Locri, alla quale hanno preso parte il vescovo di Locri-Gerace, monsignor Giuseppe Fiorini Morosini, e il presidente del Consorzio del Bergamotto di Reggio Calabria, l’avvocato Ezio Pizzi, accompagnato dal direttore generale Francesco Crispo. Monsignor Fiorini Morosini, ricordando che l’idea di regalare alle altre diocesi l’essenza del bergamotto, fu del suo predecessore monsignor Giancarlo Bregantini, ha detto che questo dono risulta molto gradito da tutti i vescovi italiani, i quali hanno sempre risposto “con sincere parole di gratitudine”. Il vescovo locrese ha detto, inoltre, che “Questo vuole essere un segno delle cose positive che la Calabria sa produrre, a fronte delle tante negative che vi si registrano quotidianamente”. Poi ha spiegato spiegato i tanti significati che racchiude questo gesto, principalmente quello della comunione con le chiese sorelle, ed ha espresso gratitudine “agli agricoltori che coltivano questo frutto e agli operai che lo trasformano”. 

Il presidente del Consorzio, Ezio Pizzi, che ha consegnato personalmente al vescovo l’essenza di bergamotto, ha detto che “Questa è una delle eccellenze di questa terra e le sue proprietà vanno oltre il suo utilizzo nel campo dei profumi; ci sono, infatti, continue scoperte anche nel campo medico con grandi benefici riscontrati nella riduzione dei grassi e degli zuccheri nel sangue”. In conclusione, monsignor Fiorini Morosini ha rimarcato il fatto che una terra povera come la Calabria possiede “questa ricchezza particolare e la nostra povera diocesi locrese -ha detto- vuole condividerla con tutti”. Locri – Giovanni Lucà Il giovedì santo, durante la messa crismale, in tutte le cattedrali italiane si espanderà il profumo del bergamotto. Anche quest’anno la diocesi di Locri-Gerace farà omaggio alle 225 diocesi italiane (e a due della Polonia e della Lituania) di un’ampolla contenente l’essenza di questo agrume particolare che viene prodotto soltanto in una fascia di cento chilometri, nella provincia reggina. L’iniziativa è stata presentata durante una conferenza stampa presso l’Episcopio di Locri, alla quale hanno preso parte il vescovo di Locri-Gerace, monsignor Giuseppe Fiorini Morosini, e il presidente del Consorzio del Bergamotto di Reggio Calabria, l’avvocato Ezio Pizzi, accompagnato dal direttore generale Francesco Crispo. Monsignor Fiorini Morosini, ricordando che l’idea di regalare alle altre diocesi l’essenza del bergamotto, fu del suo predecessore monsignor Giancarlo Bregantini, ha detto che questo dono risulta molto gradito da tutti i vescovi italiani, i quali hanno sempre risposto “con sincere parole di gratitudine”. Il vescovo locrese ha detto, inoltre, che “Questo vuole essere un segno delle cose positive che la Calabria sa produrre, a fronte delle tante negative che vi si registrano quotidianamente”. 
Poi ha spiegato spiegato i tanti significati che racchiude questo gesto, principalmente quello della comunione con le chiese sorelle, ed ha espresso gratitudine “agli agricoltori che coltivano questo frutto e agli operai che lo trasformano”. Il presidente del Consorzio, Ezio Pizzi, che ha consegnato personalmente al vescovo l’essenza di bergamotto, ha detto che “Questa è una delle eccellenze di questa terra e le sue proprietà vanno oltre il suo utilizzo nel campo dei profumi; ci sono, infatti, continue scoperte anche nel campo medico con grandi benefici riscontrati nella riduzione dei grassi e degli zuccheri nel sangue”. In conclusione, monsignor Fiorini Morosini ha rimarcato il fatto che una terra povera come la Calabria possiede “questa ricchezza particolare e la nostra povera diocesi locrese -ha detto- vuole condividerla con tutti”.
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