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PALMI (RC) – Con quindici minuti di ritardo dall’orario previsto (le 19), ma davanti ad una folla immensa c’è stato ieri sera a Palmi il segnale di partenza della “scasata” con il tradizionale colpo di cannone, annunciando, la rappresentazione dell’Assunzione in cielo di Maria nell’ambito della tradizionale Varia, con il carro sacro lungo il selciato di granito che ha iniziato a muoversi dal corso Giuseppe Garibaldi fino all’incrocio con via Domenico Augimeri, luogo dal quale è possibile con un colpo d’occhio vedere il mare, la villa comunale “Giuseppe Mazzini” e la chiesa Maria Santissima del Soccorso.  

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L’edizione 2013 si è aperta con la candidatura a bene immateriale dell’umanità riconosciuto dall’Unesco, riconoscimento che arriverebbe a premiare una rappresentazione unica al mondo, con i suoi personaggi viventi. In cima alla struttura piramidale alta 15 metri e pesante 20 tonnellate, infatti, è posta l’Animella (quest’anno Grazia Ianni), la bambina che rappresenta l’anima Madonna Assunta in cielo. Ha un compito molto delicato, perché la sua figura è carica di significati religiosi e socio-antropologici. Seduta in cima all’alta asta, sopporta gli scossoni e i movimenti dondolanti del carro privo di ruote, continuando a benedire la folla, “in nome della Madonna della Sacra Lettera” mentre, per tradizione, il popolo lungo la strada (circa centomila persone) ricambia con un affetto smisurato, recitando la frase «senza sconzu Maria di la Littara!» (senza travagli, Maria della Lettera) come implorazione rivolta alla Vergine perché eviti ogni tipo di possibile incidente.

Poco più in basso, è sorretta dall’uomo che interpreta il ruolo del Padreterno (Cosimo Ciappina). Attorno alla nuvola di carta resa argentea dal luccichio dell’amica che avvolge la struttura, ci sono bambine e bambini, gli angioletti. Ai piedi del carro, altri interpreti, gli apostoli. In basso, stretti lungo le travi ancorate alla base di legno (“Cippu”) che sorregge la struttura, i portatori. Si chiamano “mbuttaturi”, dal dialetto “mbuttare”, spingere.

Sono loro il “motore” del carro, aiutati dai tanti che si uniscono al trasporto tirando le due lunghe funi che precedono la Varia. I portatori sono divisi in cinque corporazioni, espressione più rappresentative del popolo palmese all’epoca dell’arrivo della Sacra reliquia (il Capello della Vergine donato dai messinesi): indossano una divisa bianca, con una fascia cremisi ai fianchi e un fazzoletto di diverso colore al collo: blu per i Marinai, cremisi per gli Artigiani, giallo per i Carrettieri, arancione per i Bovari e verde per i Contadini. Alcune di queste professioni sono ormai state cancellate dal tempo, ma i giovani che – per origine, per tradizione familiare o, più semplicemente, per legami di amicizia – oggi scelgono di far parte delle corporazioni, si sentono in qualche modo saldati alla storia secolare della nostra città.

Il tragitto del carro sacro, che consiste nel percorrere tutto il corso Giuseppe Garibaldi, fermare lo stesso alla fine della strada e ripartire, in direzione opposta, percorrendo nuovamente il Corso Garibaldi fino alla piazza I° Maggio, dove lo stesso verrà fermato definitamente, è durato 11 minuti e 24 secondi. Durante la sosta alla fine del corso, il Padreterno ha avuto il compito di girare il bullone che ferma il seggiolino, per farlo ruotare in modo che l’Animella torni nuovamente con lo sguardo alla folla. La tradizione vuole che la Varia non si debba mai fermare per un’ulteriore sosta imprevista, in quanto la cosa sarebbe da interpretare come un segno che prevede conseguenze spiacevoli. A conclusione del trasporto, l’Animella è stata fatta scendere dal carro e salire sulla portantina, per farle fare un giro trionfale della piazza tra la popolazione in mistico delirio. Numerose la autorità della Regione e della Provincia presenti, con in testa il Governatore Giuseppe Scopelliti, il Presidente della Provincia di Reggio Calabria Giuseppe Raffa, l’Assessore Regionale alla Cultura Mario Caligiuri, all’urbanistica Alfonso Dattola ed ai trasporti Luigi Fedele.

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