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REGGIO CALABRIA – Dopo la visita di papa Benedetto XVI a Lamezia Terme e a Serra San Bruno ora anche il suo successore, papa Francesco, potrebbe presto visitare la Calabria e in particolare Reggio Calabria. Una visita di Papa Bergoglio a Reggio Calabria è quindi possibile visto l’invito che lo scorso 27 agosto fu fatto al pontefice dal presidente della Provincia Giuseppe Raffa. Come si evince da una missiva datata 2 novembre e indirizzata proprio a Raffa, infatti, il Sommo Pontefice potrebbe aderire all’invito, la Segreteria di Stato del Vaticano evidenzia che il Papa ha deciso di tenere presente tale richiesta. 

«Con lettera del 27 agosto scorso – si legge in un passo della missiva a firma di mons. Peter B. Wells, assessore per gli affari generali presso la Segreteria di Stato vaticana – Ella ha formulato il cordiale invito al Sommo Pontefice di recarsi in visita a codesta Provincia ed ai suoi abitanti. Il Santo Padre ha vivamente apprezzato il cortese gesto e i sentimenti che l’hanno motivato» e Papa Bergoglio, «mentre esorta a perseverare nella preghiera per la Sua persona e per il Suo servizio alla Chiesa, assicura che terrà presente il desiderio manifestato, volentieri impartendo a Lei e alle amate genti dell’intera Calabria la Sua benedizione».
Lo scorso mese di agosto il Presidente della Provincia scriveva al Papa ricordando come «la Calabria, al pari di altre regioni del mondo, è la patria degli ultimi: qui, le antiche povertà s’incontrano con la dolorosa condizione che accompagna i flussi migratori di quanti abbandonano la terra natia in cerca di libertà e lavoro. Chi meglio dei calabresi – si legge ancora nella missiva inviata al Papa – popolo di emigranti, comprende il fenomeno dell’immigrazione che vede protagoniste persone con storie socio – culturali e religiose diverse dalla nostra. A questi fratelli, i calabresi, oltre alla solidarietà (quella vera) nulla, o quasi, possono offrire in quanto essi stessi lottano disperatamente per sopravvivere. Tra stereotipi negativi e “globalizzazione dell’indifferenza”, la vita di intere comunità, giorno dopo giorno, si consuma nell’ostentamento dell’occidentalizzazione: un modello che continua ad allontanarsi dalla vera dimensione umana. Santità, il nostro è un popolo che, oggi come nei momenti più difficili della sua storia, si affida alla fede cristiana per mantenere viva la fiammella della speranza di far parte di una società più giusta e solidale. L’avidità della politica e la corruzione di uomini e partiti, con questi ultimi che si prefiggono di catturare il consenso a tutti i costi, allargano i confini delle diseguaglianze esponendo i cittadini, in particolare i giovani e le fasce deboli, alle lusinghe della criminalità organizzata la cui pervasività ha raggiunto livelli che fanno temere sia per la coesione sociale sia per l’imparzialità delle istituzioni elettive». 
Ricordando la religiosità del popolo calabrese, poi, Raffa formula «l’invito a visitare questa terra in cui fede e cultura scandiscono il tempo della sua millenaria storia. Ogni giorno che passa, però, notiamo che tanta gente perde la speranza: uccisa dall’ingordigia umana, dall’individualismo, dall’avidità della ‘ndrangheta, dalla sete di potere della classe politica. Un popolo che perde la speranza fatica a programmare il suo futuro e lo rende incapace di affrontare le sfide per costruire una società a misura d’uomo. Quest’accorata richiesta, Santità, è quella di un intero popolo oppresso ed emarginato che vede nel successore di Pietro la luce che indica la via del definitivo riscatto di questa terra dalle sue ataviche povertà».
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