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REGGIO CALABRIA – I giovani reggini sanno poco di legalità e lotta alla ‘ndrangheta ed esprimono scarsa fiducia nella capacità delle istituzioni di frontarggiarle, manifestando scarso interesse verso i temi della legalità e dell’antimafia. E’ quanto emerge da una iniziativa di Sos impresa, associazione anti racket ed anti usura facente parte del sistema Confesercenti. L’associazione ha realizzato un progetto di sensibilizzazione rispetto ad alcune tematiche particolarmente importanti per il territorio: il radicamento del sistema mafioso nell’ambito delle attività economiche e commerciali. Il progetto realizzato, grazie al contributo della Provincia di Reggio Calabria, ha coinvolto 6 istituti scolastici superiori della provincia: Piria, Panella, Boccioni, Frangipane, Righi e Conservatorio di musica, con oltre 700 studenti. 

Il questionario, diffuso nel mese di maggio 2014, articolato in 13 domande, ha fornito una base di analisi alquanto articolata. Alcune perplessità giungono già dalle risposte dei ragazzi alla seconda domanda del questionario: “la legge va rispettata in generale ma qualche volta è ammesso trasgredirla”. Per il 12,1 per cento degli studenti è ammesso trasgredirla di molto; abbastanza per il 21,2 % degli intervistati; “Sommando solo questi due dati – spiega Confesercenti – risulta evidente come un terzo degli studenti sia pronto, sia pure potenzialmente, a trasgredire la legge. “Poco”, quindi lasciando aperta la porta a qualche possibilità di trasgressione, anche per il 33,2 per cento. Solo per il 30,5 per cento dei ragazzi la legge va in ogni caso rispettata. 

Dati, quindi, che la dicono lunga sulla necessità da parte delle istituzioni culturali, in primis la scuola, ad un lavoro ancora più incisivo, fin dall’adolescenza, in una terra in cui il valore della legalità spesso è considerato un optional”. Perplessità confermate, assieme ad una buona dose di inquietudine, dalle risposte alla terza domanda (“la legge va rispettata soltanto quando la si ritiene giusta”): d’accordo con questa affermazione, e di molto, il 19,3 per cento dei ragazzi; “abbastanza” per il 21%.

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