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PALMI (RC) – La festa della “Varia”, con quella della Madonna della Lettera e del Sacro Capello della Vergine, forma il complesso delle feste patronali dell’ultima domenica di agosto. In centomila, secondo, gli organizzatori, hanno partecipato all’edizione 2014, la prima con il marchio dell’Unesco come patrimonio culturale dell’umanità.

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Nel ruolo delicato dell’Animella, in dialetto palmese “l’animeddha”, c’era la undicenne Maria Chiara Riotto, mentre il ruolo Padreterno Massimiliano Caruso. Il trasporto della Varia è partita questa sera, alle ore 19.09, con la “scasata”, ovvero il segnale di partenza, con un tradizionale colpo di cannone dal Monte Sant’Elia. A sollevare e spingere il carro sacro lungo il selciato di granito del corso Giuseppe Garibaldi, sono come detto gli oltre duecento “mbuttaturi” che spingono sotto le cinque travi di legno. Nello sforzo vengono aiutati dalla popolazione, che tira anch’essa tramite due lunghe corde protese davanti alla Varia. Durante tutto il trasporto del carro, l’Animella compie il gesto di impartire la benedizione “in nome della Madonna della Sacra Lettera” mentre, per tradizione, il popolo recita la frase «senza sconzu Maria di la Littara!» (senza danno, Maria della Lettera!) come preghiera alla Madonna perché eviti qualche incidente di percorso.

Legata al culto della Madonna delle Lettera, la “Varia” ha assunto un’importanza preponderante sulla stessa festa da cui ha tratto nascimento o cui si è innestata, derivante dalla natura che essa ha di simboleggiare, in forme esteriori e sceniche, l’ascensione della Vergine al cielo. Ed è in forza di questo valore simbolico che i palmesi hanno mantenuto vivo il culto della loro Patrona, la Madonna della Lettera. Ma tale rappresentazione ha una perennità in quanto essa avviene in forma di una gigantesca macchina-carro che, pur avendo esempi, forse di più remota età altrove, qui, in Palmi, essa ha mantenuto le sue forme genuine e vive, quelle che appunto la rendono espressione di sentimento religioso, ma anche espressione della vita del popolo e della sua storicità. Vi sono manifestazioni religiose che resistono al tempo e si tramandano di secolo in secolo; ve ne sono altre che decadono e scompaiono. Tra le prime ve ne sono in Italia di celebri, quali la processione dei “Gigli” di Nola, la macchina di Santa Rosa, i “Candelieri” di Sassari che insieme alla Varia di Palmi, sono diventate patrimonio culturale dell’umanità, nell’ambito della Rete italiana delle macchine a spalla.

La Varia è un enorme carro sacro che rappresenta l’universo e l’assunzione in cielo della vergine Maria. Sopra il carro, alto 16 metri e trasportato a spalla da oltre 200 Mbuttaturi (portatori), trovano posto figuranti umani che rappresentano la Madonna, il Padreterno, gli Apostoli e gli Angeli. Questa festa organizzata, dall’Amministrazione comunale di Palmi, con il patrocinio della Provincia di Reggio Calabria, la Regione Calabria e delle istituzioni religiose, ha portato a Palmi una affluenza di circa centomila persone. 

Il tragitto del carro sacro consiste nel percorrere tutto il corso Giuseppe Garibaldi, fermare lo stesso alla fine della strada e ripartire, in direzione opposta, percorrendo nuovamente il corso Garibaldi fino alla Piazza I° Maggio, dove lo stesso verrà fermato definitivamente. Durante la sosta alla fine del corso, il Padreterno ha il compito di girare il bullone che ferma il seggiolino, per farlo ruotare in modo che l’Animella torni nuovamente con lo sguardo alla folla. La tradizione vuole che la Varia non si debba mai fermare per un ulteriore sosta imprevista, in quanto la cosa sarebbe da interpretare come un segno che prevede conseguenze spiacevoli.

A conclusione del trasporto, l’Animella viene fatta scendere dal carro e fatta salire sulla portantina per farle fare un giro trionfale della piazza tra la popolazione. La festa si è conclusa con il concerto musicale nella centralissima Piazza I° Maggio del 46enne cantautore romano Alex Britti a cui ha fatto seguito uno spettacolo pirotecnico effettuato dalle pendici del Monte Sant’Elia.

Il presidente del Comitato “Varia” 2014 Mario Caligiuri, assessore regionale alla Cultura, pochi minuti dopo la straordinaria manifestazione palmese ci ha confidato: «La Varia è una storia antica e sempre nuova, che affonda le sue radici nella storia che la comunità di Palmi ha tramandato a se stessa e al resto del mondo. La macchina della “Varia”, dedicata alla Madonna della Lettera, viene trasportata certo attraverso la forza ma anche con la mente, che rimanda a una nuova memoria secolare, e col cuore, simbolo di fede». 

Il presidente della Provincia di Reggio Calabria Giuseppe Raffa ha affermato: «La manifestazione di questo 2014 è una ghiotta occasione, per inchinarci alla cultura. Quella della Varia di Palmi, infatti, è cultura pura che affonda le sue radici nel territorio, nella sua religiosità popolare, e nella fede cristiana che ci riporta al culto della Madonna. La Varia 2014, soprattutto dopo il riconoscimento dell’Unesco, assume un aspetto socio- culturale di straordinaria valenza in quanto rievoca un secolare avvenimento che coniuga religiosità, fede e partecipazione –la chiosa finale del presidente della provincia –in cui la folla di diventa testimone e protagonista».

Lo scrittore Pino Aprile, che in questi giorni si trova a Palmi per comprendere la ragioni della vitalità di una festa secolare che oggi è diventata patrimonio culturale dell’umanità, ha detto: «La manifestazione della “Varia” mi sembra un mito fondante perchè crea aggregazione tra il popolo attraverso le cinque corporazioni che forniscono i portatori della macchina a spalla, sana competizione sociale tra loro che si trasforma in coesione di tutta la comunita’ per raggiungere il risultato condiviso di fare muovere nell’unica direzione gli sforzi di tutti. E’ una manifestazione che rafforza e unisce, un esempio positivo per tutto il Paese, fondato sulla cultura». 

La chiosa finale è con Umberto Broccoli, autore e scrittore: «E’ stato fondamentale dare rilevanza al patrimonio immateriale come feste, ritualità, musiche popolari. Palmi, insieme con le altre esperienze simili riconosciute dall’Unesco, è una novità assoluta e apre una prospettiva inedita per i beni culturali italiani».

 

 

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