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CACCURI (KR) – Vittorio Sgarbi non molla: anche in Calabria preme per la trasferta verso l’Expo di Milano dei Bronzi di Riace. «Ci sei anche tu, Antonio Lubrano? Ma non eri morto?». Sono bastati pochi minuti al critico per animare la conferenza stampa nel castello di Caccuri, durante la quale sono stati presentati i tre finalisti del premio, che si contenderanno la “torre d’argento” realizzata dall’orafo Michele Affidato: lo stesso Sgarbi con il suo saggio “Mattia Preti” di Rubbettino editore, Barbara Serra con la sua opera prima “Gli italiani non sono pigri”, pubblicato da Garzanti e Vittorio Feltri che concorre con “Una Repubblica senza patria” edito da Mondadori. 

Nel parlare della sua monografia su Mattia Preti, Sgarbi è poi scivolato sull’argomento Bronzi, definendo il cavaliere “uno dei simboli della Calabria” proprio insieme ai due guerrieri. E sulla questione Expo ha dichiarato. «Ai calabresi non si toglie nulla. Non vedo perché una soprintendente si opponga a farli venire all’expo di Milano per difenderli, dove avrebbero visitatori da tutto il mondo, proprio lei che non li ha saputi difendere da un fotografo che ha messo loro veli e mutande. All’expo i Bronzi porterebbero alla Calabria 15 milioni di euro, mentre adesso sono fermi a 840 euro».  

La cifra deriva dalla stima secondo la quale dopo quattro anni di lavoro e un investimento da oltre trenta milioni, il museo di Reggio Calabria incassa oggi con i biglietti dei visitatori una media pari proprio a poche centinaia di euro. 

Sgarbi ritiene invece che per la Regione potrebbe arrivare un risarcimento plurimilionario garantito in sei mesi dal pubblico atteso all’Expo 2015.

“OSTAGGIO” DELLA ‘NDRANGHETA – L’appello di Sgarbi, che della rassegna milanese è stato nominato ambasciatore internazionale per le Belle Arti, è stato condiviso nei giorni scorsi anche dal governatore lombardo Roberto Maroni, il quale aveva ipotizzato una trasferta di due mesi e un prestito, in cambio, di due quadri di Caravaggio. E davanti alle resistenze che arrivavano dalla Calabria, Sgarbi non aveva esistato a definire i Bronzi, «ostaggio della ‘ndrangheta». Secondo la soprintendente ai Beni archeologici della Calabria, Simonetta Bonomi, si tratta invece di una polemica sterile «perché nessuno ha chiesto ufficialmente nulla», anche se le perplessità ci sono: «Lo abbiamo sempre detto: spostarli significa esporli al rischio di danneggiamenti».

In effetti Bonomi – e all’epoca anche il governatore della Calabria Scopelliti – con le stesse motivazioni si erano opposti nel 2012 anche a una trasferta a Firenze. E nel marzo scorso ancora Scopelliti aveva respinto il viaggio verso Milano: «Dall’Expo i turisti, in un’ora e 20 di volo, possono arrivare a Reggio e noi saremo lieti di ospitarli».

LA POLEMICA SULLE FOTO SHOCK – Proprio per questa posizione Bonomi finisce nel mirino di Sgarbi. E il riferimento al fotografo dal quale la soprintendente non avrebbe difeso i guerrieri è legato alla vicenda che ha fatto clamore nei giorni scorsi, dopo che sono trapelate le foto scattate da Gerald Bruneau che ha rivestito i Bronzi con perizomi, piume e veli da sposa. Una performance della quale Bonomi si è detta all’oscuro.

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