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Una corsia d'ospedale

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REGGIO CALABRIA – «Tagli continui, problemi che risalgono a decenni fa, caos nomine e un commissariamento dannoso». Così l’arcivescovo metropolita di Reggio Calabria, mons. Giuseppe Fiorini Morosini, descrive la situazione della sanità in Calabria in una lettera inviata al ministro Grillo.

«Nella sanità in Calabria – scrive il presule al Ministro – si va di male in peggio. Il provvedimento di commissariamento, preso dal precedente Governo, sta creando danni piuttosto che offrire soluzioni, se nel giudicare partiamo dal principio insostituibile del primato della persona e della cura della sua salute. Abbiamo sperato tutti in Calabria che il nuovo nella politica, dopo le ultime elezioni, desse una svolta a questo annoso problema della sanità in Calabria, i cui mali, non ho paura di riconoscerlo, sono da addebitare anche alla cattiva gestione dei Governi regionali passati. La situazione attuale, con la chiusura dei piccoli ospedali pubblici di periferia e con i tagli sanzionati per la sanità privata, è davvero drammatica. I tagli dei piccoli ospedali di periferia non sono compensati dal servizio, fosse anche il più specializzato possibile, degli ospedali pubblici dei grandi centri. Lo dimostrano le lunghe attese per analisi cliniche e le file ai vari Pronto soccorsi dove regna il caos, con ammalati che devono sostare ore e ore su sedie prima di essere attenzionati o ricoverati. Si arriva ad attendere anche giorni prima del ricovero in corsia. I piccoli ospedali erano una valvola di scarico per la sanità ordinaria, non specializzata, e per i piccoli interventi a beneficio dei pazienti e degli stessi parenti, che sono costretti a muoversi su strade impossibili e con servizi carenti».

Secondo mons. Morosini, inoltre, «i tagli alla sanità privata hanno gettato sul lastrico piccole realtà specialistiche dotate di attrezzature modernissime che erano di grande aiuto per i pazienti. Una situazione che rischia di compromettere il regime di sussidiarietà e quindi il diritto alla salute».

«A che cosa assistiamo oggi? – si chiede l’Arcivescovo di Reggio Calabria nella lettera al ministro Grillo -. Gli imprenditori delle piccole realtà assistenziali si vedono costretti a chiudere o a ridimensionare le attività intraprese. Sono arrivati, pur di avere liquidità, a cedere i crediti al 50 e 45%). Sono arrivati i primi licenziamenti di giovani impiegati in queste strutture. Può immaginare la gravità di questi licenziamenti in Calabria, dove c’è la fuga dei cervelli migliori e la disoccupazione è altissima: famiglie in difficoltà, aumento dell’emigrazione, pericolo sempre incombente dell’invadenza mafiosa (qui tra la gente è diffusa la mentalità che la ‘ndrangheta fa lavorare, lo Stato no)». «A pagare le conseguenze di questi interventi – afferma ancora mons. Fiorini Morosini – sono sempre ed unicamente gli utenti, i malati, che debbono rinunciare alle cure mediche, se non possono pagare il privato, visto che le attese nel pubblico sono ormai proverbiali».

«Signor Ministro – conclude l’Arcivescovo – con questa mia, mi sono voluto fare interprete del disagio della gente, della quale sono guida spirituale e che, spesso, mi rimprovera perché come Vescovo non abbia fatto sentire ancora la mia voce in loro difesa. La ringrazio per avermi letto e prego Dio per il suo prezioso lavoro, assieme a quello del resto del Governo, a beneficio di tutti noi».

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