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L'intervento di Mattarella a Locri

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LOCRI (REGGIO CALABRIA) – La mafia “ruba il futuro di questa terra”. Con queste parole il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha indicato il percorso della legalità e del contrasto alla criminalità organizzata, partecipando a Locri, con i familiari delle vittime innocenti delle mafie, nell’ambito della XXII Giornata della memoria e dell’impegno organizzata da Libera. Il Capo dello Stato è stato accompagnato dal Ministro dell’Interno, Marco Minniti, e dalla presidente della Commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi.

VIDEO LA LETTURA DEI NOMI DELLE VITTIME DI MAFIA

Nel corso della cerimonia sono stati letti gli oltre 950 nomi di vittime innocenti delle mafie. Tra questi, anche quello di Piersanti Mattarella, fratello del Presidente della Repubblica Sergio. Un applauso ha accompagnato la lettura dei nomi. Al termine della lettura dei nomi, applausi e tutti in piedi per rendere omaggio alle vittime.

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Anche Papa Francesco ha voluto mandare un messaggio per la giornata di Locri, incoraggiando «la comunità cristiana e civile ad impegnarsi sempre più nella costruzione di una società giusta, libera dai condizionamenti malavitosi e pacifica dove siano tutelati dagli organi competenti le persone oneste e il bene comune» (LEGGI LE PAROLE DEL PAPA).

VIDEO: L’INTERVENTO DI MATTARELLA A LOCRI

La cerimonia ha registrato diversi interventi, a partire da Deborah Cartisano, referente Libera della Locride e figlia di Lollò Cartisano, il fotografo ucciso a Bovalino. Quindi il vescovo di Locri, monsignore Francesco Oliva: “Le mafie si possono sconfiggere – ha detto – con l’impegno di tutti e di ciascuno”.

VIDEO: L’INNO DI MAMELI INTONATO DAGLI SPALTI PER MATTARELLA

Don Luigi Ciotti si è rivolto alle centinaia di persone presenti nello stadio di Locri sottolineando che “la nostra Costituzione è il primo testo antimafia”, quindi ha aggiunto: “Le mafie non uccidono solo con la violenza, vittime sono i morti, ma anche i morti vivi, le persone cui le mafie tolgono la speranza e la dignità”.

“La mafia è la peste – ha spiegato il fondatore di Libera – la scuola è uno degli antidoti alla peste mafiosa. La costituzione italiana è il primo testo antimafia. Oggi ricordiamo che è il giorno in cui fu ucciso a Casal di Principe Don Peppino Diana”.

L’EDITORIALE: IL DEBITO DELL’ITALIA CON I FAMILIARI DELLE VITTIME

Don Ciotti ha quindi ribadito che “tante vittime sono sono senza tomba, uomini e donne delle mafie diteci dove li avete sepolti, lo chiedo a nome di tanti familiari di avere questo sussulto di coscienza. Può essere l’inizio di un percorso di vita e non più di morte. Insieme alle mafie la corruzione è il male del Paese: tra criminalità organizzata, criminalità politica e criminalità economica è sempre più difficile distinguere. Ce lo dicono anche quelle inchieste dove i magistrati faticano a trovare la responsabilità del reato. Dobbiamo rompere l’intreccio e spezzare l’omertà”.

IL 21 MARZO LOCRI PROTAGONISTA NELLA GIORNATA DELLA MEMORIA

Il presidente della Regione, Mario Oliverio, ha sottolineato il significato della manifestazione: “Una giornata che assume un’importanza particolare per la Locride e per tutta la Calabria ed il cui ricordo rimarrà indelebile in ognuno di noi. Ringrazio l’associazione Libera e don Ciotti – ha proseguito – per aver scelto Locri come luogo in cui organizzare quest’anno la XXII Giornata della memoria e dell’impegno per ricordare tutte le vittime delle mafie. La scelta del Capo dello Stato di essere insieme a noi è stata una scelta importante, fortemente desiderata e voluta”.

Particolarmente sentito l’intervento del Presidente Sergio Mattarella: “In questa terra duramente ferita dalla presenza della criminalità organizzata, pervasiva, soffocante, che uccide persone, distrugge speranze, semina terrore e ruba il futuro – ha detto – abbiamo assistito alla lettura delle mille persone uccise dalla mafia, elenco doloroso e istruttivo. Memoria e impegno interagiscono”. Nell’elenco delle vittime della mafia, ha proseguito il Capo dello Stato che ha citato Giovanni Falcone rispetto alla necessità di un impegno comune, “ci sono anche donne e bambini, i mafiosi non conoscono né pietà né umanita, non hanno alcun senso dell’onore e del coraggio, i sicari colpiscono con viltà persone inermi e disarmate. Le mafie non risparmiano nessuno: colpiscono chiunque diventi ostacoli al raggiungimento dei loro obiettivi, denari potere e impunità”.

Mattarella si è, quindi, soffermato sull’impegno dello Stato: “L’Italia ha fatto passi avanti nella lotta alle mafie ma è necessario non fermarsi. Bisogna prosciugare le paludi dell’arbitrio della corruzione, che sono quelle dove la mafia prospera”, quindi l’affondo contro i mafiosi: “I mafiosi non hanno senso dell’onore o del coraggio. I loro sicari colpiscono con viltà persone inermi. Le mafie non risparmiano nessuno. Per questo la lotta alla mafia riguarda tutti, nessuno può tirarsene fuori. E’ una necessità per tutti, per la propria sicurezza, libertà, è necessità. Le mafie sono ancora forti e presenti, tentano di dominare pezzi di territorio. Bisogna azzerare le zone grigie, quelle della complicità”.

Il Capo dello Stato ha spiegato: “Le mafie sono la negazione dei diritti. Opprimono, spargono paura, minano i legami familiari e sociali, esaltano l’abuso e il privilegio, usano le armi del ricatto e della minaccia, avvelenano la vita economica e le istituzioni civili. Vendono la droga, inquinano campi e acqua, contaminano alimenti e medicinali, incendiano boschi, devastano risorse ambientali. Le loro azioni criminali – ha aggiunto – avranno effetti nocivi per generazioni. Riciclano i proventi illeciti in attività legali, falsando la concorrenza e inquinando i mercati. Trasformano in un’occasione di arricchimento ogni più turpe attività: la prostituzione, il traffico di esseri umani e di rifiuti tossici, il gioco d’azzardo, il commercio di armi, della droga e di organi del corpo umano”.

Mattarella si è, quindi, rivolto alla classe politica: “I vari livelli politico-amministrativi devono essere fedeli ai propri doveri e, quindi, impermeabili alle infiltrazioni e alle pressioni mafiose. Occorre – ha concluso – sostenere il lavoro quotidiano, la rettitudine, la professionalità, l’intelligenza di tante donne e uomini dello Stato che, in magistratura e nelle forze dell’ordine, difendono la vita sociale, la libertà personale e familiare, dall’aggressione delle mafie, con prevenzione e repressione”.

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