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Concetta con la sindaca di Staiti Giovanna Pellicanó, don Ennio Stamile, Leo Campanella e il nipote Domenico

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“Dopo 34 anni è stata finalmente scritta una pagina di verità su mio figlio. Mimmo non è mai stato un mafioso ma soltanto uno studente che ha chiesto un passaggio alla persona sbagliata e per questo ha perso la vita”.

Concetta Micera, la madre ormai ottantottenne di Domenico Zappia, Mimmo per tutti, aveva 18 anni appena compiuti quando fu ucciso nei pressi della frazione Galati di Brancaleone, in provincia di Reggio Calabria. Era il 2 ottobre del 1987. Nei giorni scorsi l’associazione Libera ha ufficialmente iscritto Domenico Zappia nell’elenco delle vittime innocenti di ‘ndrangheta.

Mimmo, uno studente modello, che abitava con la sua famiglia a Staiti e frequentava l’Istituto tecnico commerciale per geometri a Bova Marina, a causa dello sciopero dei treni, all’uscita di scuola decise di raggiungere la statale 106 per chiedere un passaggio a qualche compaesano che tornava verso casa. E qualcuno, infatti, lo vide sulla strada e si fermò per farlo salire in macchina. Mimmo non poteva neanche lontanamente immaginarlo, ma nello stesso istante in cui accettò quel passaggio, diventò il bersaglio inconsapevole di un agguato di ‘ndrangheta.

Ad attendere Antonio Stelitano, infatti, l’uomo che si era offerto di portarlo a Staiti, c’erano due killer armati di lupara che appena videro spuntare la sua auto, cominciarono a sparare all’impazzata. L’uomo morì sul colpo mentre Mimmo, ferito gravemente, si spegnerà dopo cinque giorni di agonia in ospedale a Reggio Calabria.

Don Ennio Stamile, referente regionale di Libera in Calabria, nei giorni scorsi ha incontrato Concetta e il nipote Domenico per dare loro la notizia che aspettavano da tanto tempo. Insieme a lui il sindaco di Staiti Giovanna Pellicanò, il presidente del consiglio comunale Leone Campanella, gli assessori Bruno Marino e Francesca Stelitano, Giuseppe Borrello del presidio Libera di Vibo Valentia e Concetta Aieta.

“Incontrare la signora Concetta e la comunità di Staiti è stato emozionante e sorprendente – ha spiegato don Ennio Stamile -. Abbiamo trovato ad attenderci sia il sindaco che alcuni componenti della giunta. L’incontro con la mamma di Mimmo Zappia è stato uno di quelli che ricorderai per sempre, nonostante la sua età è una donna ancora molto combattiva e sapere che suo figlio, finalmente, dopo trentaquattro anni da quell’efferato omicidio, troverà la giusta collocazione tra le vittime innocenti di ‘ndrangheta, l’ha resa felice e finalmente serena”.

“Concetta non ha mai perso la voglia di lottare in un contesto veramente difficile dove la paura ancora regna sovrana. E il sindaco Pellicanò ha dimostrato di essere una donna molto attenta alle esigenze di questo piccolo comune e ho avvertito in lei e in alcuni componenti della giunta, l’esigenza di custodire la storia e la bellezza di questo paese. Noi spesso raccontiamo storie di violenza ma non dobbiamo mai perdere di vista anche la bellezza della nostra terra di Calabria”.

“Sono felice di aver fatto visita a Concetta perché mi sono trovato davanti una donna capace di attendere e di lottare e questo è ciò che di più bello mi porto dentro. Con lei abbiamo anche pregato insieme e ricordato Mimmo, il suo unico figlio, ucciso solo tre mesi dopo la morte del padre. Libera da sempre cerca di fare memoria delle vittime innocenti di mafia per restituire loro, alle famiglie e all’intera comunità, la dignità di cui vengono privati. Con il sindaco Pellicanò ricorderemo, nel corso di un’iniziativa che abbiamo pensato di organizzare nel prossimo mese di ottobre, la figura di questo ragazzo che merita di essere ricordato e conosciuto da tutti”.

Giovanna Pellicanò ha accolto con vero e proprio entusiasmo la notizia dell’iscrizione di Mimmo Zappia nell’elenco delle vittime innocenti di ‘ndrangheta.

“Una bellissima notizia per tutti noi ma soprattutto per la signora Concetta – ha spiegato -. Siamo sempre stati consapevoli, in tutti questi anni, che Domenico era un gran bravo ragazzo e che sua madre privata del suo unico figlio, aveva subito una perdita gravissima. Io ero ancora una ragazzina quando lo uccisero e ricordo ancora quel periodo terribile di faide, di regolamenti di conti, ma non riuscivamo, allora, a capire l’importanza di questi accadimenti, pensavamo che fossero cose lontane dalle persone normali, che si uccidessero tra mafiosi”.

“La morte di Mimmo, invece, servì ad aprirci gli occhi, a farci capire come l’indifferenza davanti al fenomeno mafioso ci renda tutti un po’ colpevoli e di come la violenza possa improvvisamente colpire anche gli innocenti. E con il nostro parroco, don Pasquale Zito, per la prima volta iniziammo a parlare di quanto male possa fare la mafia alla nostra società e di come tutti quanti potevamo essere delle potenziali vittime. Durante l’incontro con don Ennio Stamile, dopo tanti anni, ho sentito Concetta parlare della morte di suo figlio. Credo che ora riuscirà a rivedere la sua storia e affermare a testa alta che il suo Mimmo era un bravo ragazzo”.

Il sindaco Pellicanò ha già annunciato un evento in cui si parlerà di Mimmo e cercherà di individuare un luogo nel borgo di Staiti, da intitolargli, perché la storia triste del ragazzo ucciso mentre tornava a casa da scuola, resti nella memoria di tutti.

“Questo momento di grande sensibilità collettiva – ha concluso il presidente del Consiglio Leone Campanella – nasce dalla collaborazione concreta di tante persone che hanno ritenuto giusto e doveroso riabilitare l’immagine di questo ragazzo che oltre ad essere un figlio affettuoso, era anche uno studente modello. Non dimentichiamo che vinse molte pagelle d’oro e di certo avrebbe avuto davanti a sé un percorso di studi brillante. È anche grazie a Domenico Nasone, del consiglio nazionale di Libera, se questa storia ha preso la direzione giusta. Ma ciò che più conta è che tante persone, tante energie messe insieme, siano riuscite a rendere possibile ciò che aspettavamo da tempo: restituire verità e giustizia a un ragazzo morto per errore e a una madre devastata dal dolore”.

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