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L'attore Peppino Mazzotta

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CAULONIA (REGGIO CALABRIA) – L’affidamento della direzione artistica a Mimmo Calopresti e la riscoperta di Tommaso Campanella musicologo sono le novità più immediate della XXI edizione del Kaulonia Tarantella Festival. Altresì, la trasformazione di Piazza Mese, l’ombelico della tarantella, in un teatro all’aperto, un teatro greco accessibile a un pubblico limitato e contingentato nel rispetto delle norme anti-Covid. Una ripartenza del popolo della tarantella condizionato, quindi, che pur non potendo dare sfogo al bisogno danzatorio avrà l’opportunità di fare un tuffo nella memoria storica e culturale della “calabria ultra”.

Queste le novità salienti di quello che sarà il festival 2020 dal momento che non è stato annunciato il cartellone artistico perché in attesa di conoscere se la manifestazione rientra tra quelle finanziate dalla Regione. Tuttavia è circolata anche l’intenzione di delocalizzare taluni concerti nonché il ritorno di Marcello Cirillo, un ragazzo di Caulonia partito ricco di sogni alla conquista del mondo. Altresì, il concerto finale per ricordare Andrea Camilleri con le canzoni dello stesso scritte per la fortunata serie televisiva del Commissario Montalbano e cantate da Olivia Sellerio. E, per gli appassionati di cinema, la presenza al festival di Peppino Mazzotta (l’ispettore Fazio) e di Marcello Fonte (protagonista del film “Dogman” di Matteo Garrone). Sarà un festival diverso dalle precedenti edizioni, di ascolto. Non sarà possibile librarsi nella taumaturgica “rota” e danzare sino all’alba, ma ascoltare musica proveniente da diverse latitudini del mondo ed espressa nelle forme e nelle modalità proprie dell’arte figurativa. Perché “la musica non è solo musica, ma è immagini, arte, letteratura – dice Calopresti – Il mondo è sempre intorno a noi e la tarantella è world, musica del mondo».

L’accezione tarantella è riduttivo, sa di folklorismo, di superficialità per cui amministrazione comunale e consulenti hanno pensato, alla luce delle ristrettezze imposte dalle norme anti contagio, ad allestire un programma che «valorizzi la parte storica, la parte identitaria con convegni e musica di ascolto che facessero risalire le diverse contaminazioni dalla Magna Grecia ad oggi e che hanno definito ciò che è tarantella. Cioè – ha osservato l’assessore alla cultura e vice sindaco Domenico Campisi – concepita non come una lotta tra musica colta e musica popolare, ma semplicemente riscoprire le radici antiche della tarantella mettendole in evidenza valorizzandole». L’affidamento della direzione artistica a un uomo di cinema come Mimmo Calopresti rappresenta, per certi versi, anche una sfida. Caulonia ambisce a dare al suo festival una valenza artistica più completa e complessa, così come ha evidenziato Carlo Frascà «perché la manifestazione cauloniese è matura per elevare la tradizione musicale calabrese a modello e strumento per valorizzare le musiche popolari e della tradizione».

La riprova nella sottoscrizione del protocollo di intesa con il Conservatorio di musica di Nocera Terinese per realizzare in loco una sede staccata dedicata allo studio della tradizione e della musica popolare. La presentazione del cartellone, in attesa di conoscere se il festival sarà finanziato dalla Regione, rinviata al convegno introduttivo sulla figura e l’opera di Tommaso Campanella, con la partecipazione di autorevoli personalità del mondo accademico, «L’idea è quella di ricordare il pensatore calabrese portando in evidenza le sue scritture che indicano gli effetti benefici del ballo – ha sottolineato l’accademico Francesco Rosa – Campanella si è occupato del ballo, soprattutto nei primi momenti della sua organizzazione stilistico-culturale, che lui definisce “ballo greco”».

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