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Il cast di "A Chiara"

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Non solo Wembley e Wimbledon per l’orgoglio italico in questa domenica di luglio. Oggi a Cannes, è il giorno di “Tre piani” di Nanni Moretti, regista molto amato in Francia, e che vede la sua premiere in contemporanea all’avvio della partita degli Azzurri di Mancini.

Ma l’Italia ieri ha debuttato con successo sulla Croisette con il film “A Chiara” di Jonas Carpignano, film ambientato a Gioia Tauro come i precedenti “Mediterranea” e “A Ciambra” che già avevano fatto sfaville nella prestigiosa “Quinzaine des rélisateurs” guadagnando premi grazie anche alla partecipata curatela di Martin Scorsese.

Una storia incredibile quella di Jonas blasonato enfant prodige del cinema internazionale. Padre italiano, mamma americana, negli Usa studia cinema. Decide di venire in Calabria a Rosarno per documentare la rivolta dei migranti, e si crea le condizioni per restarci a vivere, riuscendo a proporre la sua narrazione con le persone del posto.

“A Chiara” chiude una trilogia. Nel primo film Carpignano ha raccontato la condizione degli africani di Calabria. Poi ha rivolto le telecamere verso i rom stanziali della “Ciambra” terra di nessuno in cui ha fatto emergere realismo e umanità commuovendo 4 anni fa l’esigente palato di Cannes, vincendo due David di Donatello, decine di festival e rappresentando l’Italia all’Oscar. Oggi, dopo anni di vita nella Piana, Jonas, americano emigrato in Calabria, racconta la ‘ndrangheta dei soldati semplici e delle loro famiglie.

Lasciate perdere Gomorra. Nulla a che vedere. Forse qualcosa di “Anime nere”. Ma c’è il riscatto. Realtà e finzione raccontano la storia di una ragazza che vive in una famiglia di crimine. Chiara ha 15 anni. Sente la trap, partecipa alla festa dei 18 anni di sua sorella, spettegola con le amiche. Realismo da piccoli benestanti a Gioia Tauro. Esplode l’auto del padre. Lui sparisce. Latitante e disperso. Per Chiara nulla sarà come prima. I resoconti dei giornali italiani che seguono Cannes sono entusiasmanti come sempre capita per Carpignano, il quale a Gioia Tauro è riuscito a far nascere un festival specializzato portando registi internazionali.

La rassegna stampa internazionale sul film girato a Gioia Tauro con attori del posto, esulta ancora di più. Per Hollywood Reporter “un’impeccabile performance di attori non professionisti”, fa eco Variety decantando film e attrice protagonista e così Le Monde, Playlist, e le migliori firme specializzate del mondo. C’è odor di vittoria per Carpignano. Solo allora, uscirà qualcuno, forse, a protestare sull’uso distorto dell’immagine di Gioia Tauro.

Per ora calma piatta. I migranti restano un problema, i rom vivono alla Ciambra, le ndrine cercano corrieri di droga.

La trilogia di film di Carpignano sulla Calabria l’hanno vista e commentata in pochi tra il Pollino e lo Stretto. Noi per fortuna sì e ci ostiniamo a raccontarla.

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