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Ruggero Pegna

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di Ruggero PEGNA

Nei miei 35 anni di Fatti di Musica, il mio festival del live d’autore, ho organizzato il concerto di Claudio Baglioni varie volte. La prima è indimenticabile. Era il 31 marzo del 1992. Il secondo concerto al Palapentimele di Reggio Calabria, che avevo aperto alla musica l’1 novembre del ’91 con Sting.

Fu un record di pubblico mai più raggiunto, con ben ventimila spettatori paganti in due serate. Fu anche il primo tour italiano con palco centrale e impianti sospesi alla copertura del palasport, prodotto da David Zard. Una soluzione scenotecnica spettacolare che fece utilizzare gli spalti interamente. Il tour si intitolava “Assieme”, come la raccolta antologica che lo riportò al grande successo. A mezz’ora dall’inizio, col palasport gremito in ogni angolo, partì improvvisamente una ola che non si fermò fino all’arrivo di Baglioni.

L’onda dei suoi fans s’alzava festante da un lato all’altro e poi ripartiva, davvero “assieme” come una immensa compagnia di amici. Mai visto prima, scene da grandi eventi calcistici allo stadio. Tutti saltavano di gioia. Ricordo anche qualche ragazza in lacrime, emozioni a fior di pelle, sotto quella maglietta fina che ha acceso la fantasia di tanti di noi. Fu un’emozione indescrivibile.

Ecco, Claudio Baglioni è tutto in questa immagine di teenagers e persone di ogni età in delirio, con gli occhi lucidi, ad applaudire e cantare. Nei concerti di Claudio Baglioni sarebbe sufficiente che lui si sedesse al centro del palco e avviasse le prime note di ogni brano: tutti canterebbero il resto. Un coro spontaneo che ha accompagnato varie generazioni, storie e sentimenti.

Ricordo una lettera di un fan siciliano che mi scrisse per ringraziarmi proprio per quel concerto, dove aveva conosciuto la donna che avrebbe sposato. Baglioni è il menestrello dell’amore, dei sentimenti cantati a squarcia gola, delle vecchie dediche alla radio o di qualche frase delle sue canzoni sui muri o sui bigliettini che hanno accompagnato migliaia di mazzi di fiori.

Quella sera del 31 marzo del ’92 fece anche un gesto straordinario, facendo cantare con lui Rosa Martirano, il nostro talento che seguivo. Lo chiesi e, dopo averla ascoltata, accettò. E non solo, continuò ad invitarla ogni anno nel suo evento a Lampedusa dedicato ai migranti.

Claudio Baglioni è davvero un cantastorie di sentimenti e umanità, capace di accompagnare la vita di padri, madri e figli che, poi, sono diventati anche loro padri e madri. Una strada fatta proprio assieme perché, se è vero che “la vita è adesso”, con le sue canzoni “il sogno è sempre!”. Auguri Claudio, buon compleanno.

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