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Vincenzo Carrozza a Maradi

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Quando qualcuno mi chiede di fare la presentazione di me stesso, mi sento come uno di quei partecipanti ai gruppi di alcolisti anonimi.

-Salve a tutti, mi chiamo Vincenzo e nella mia vita ho commesso pochi errori e, per gli errori commessi, ho pagato tutto il conto intero, senza sconti-

Ma a voi dirò che sono un ex ragazzo di Calabria, che è riuscito a laurearsi in medicina e poi specializzarsi in chirurgia generale, nonostante mille difficoltà, ma la mia storia la potete trovare facilmente su internet, questo impiccione internazionale, digitando il mio nome e cognome. Ho lavorato molti anni in ospedali di montagna, dopo aver lavorato ed essermi specializzato in chirurgia generale all’ospedale universitario delle Molinette a Torino.

Sono figlio di un coppia di emigranti, mia madre di San Roberto, casalinga, mi ha partorito a diciassette anni, mio padre di Siderno, è stato operaio alla Lancia di Chivasso.

Ho lavorato molti anni in ospedali pubblici e, quattro anni fa, ho deciso di prendere una lunga aspettativa per conoscere, praticando il mio mestiere, il mondo, soprattutto l’Africa.

La routine ospedaliera mi stava stretta, volevo di più dal mio lavoro, dalla mia vita, cosi ho cominciato a guardarmi intorno e, alla fine sono riuscito ad avere un contratto con una società che lavora per la Nato, per l’Onu, per varie organizzazioni sovranazionali.

Adesso faccio il chirurgo in Paesi che sono in guerra. Opero soldati e anche cittadini africani che saltano su mine o vengono feriti in scontri a fuoco con criminali comuni o, più spesso, con organizzazioni militari e paramilitari terroristiche.

Sono stato in Somalia, Mali, Kosovo, Nigeria, adesso sono in Niger, a Maradi. Vi parlerò, nel corso dei prossimi giorni, della mia esperienza in questo Paese Africano bellissimo e sfortunato, come quasi tutti i Paesi africani.


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