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Altro che “pizzeria”, per riesumare le parole del direttore per la valorizzazione dei Beni culturali Mario Resca, ex Ad di McDonald Italia, che così commentava, scatenando una bufera, i bassi introiti dei Bronzi di Riace al tempo in cui erano ancora “in piedi”.

I numeri per il 2011 degli incassi ottenuti, in un anno intero, da tutti i siti archeologici e dai Musei calabresi statali messi insieme sono, più che da pizzeria, da chioschetto delle limonate. Ma il dato più eclatante non sta solo nei numeri risicatissimi, bensì nel calo ulteriore rispetto a un 2010 a dir poco sconfortante.

In dodici lunghi mesi in tutta la Calabria sono arrivati nel 2011 solo 170.543 visitatori. 

Nelle casse dello Stato hanno tintinnato, lordi, 28.948 euro, che al netto dell’aggio all’eventuale servizio di biglietteria, scendono addirittura a 26.723 euro. Quanto ai visitatori, in Calabria si registra un aumento di visite del 5%. Ma se si entra nel merito di questo dato si scopre che, quantificato, il valore è risibile e si traduce in realtà in soli 8.174 ingressi in più in dodici mesi, passando dai 162.369 del 2010 a poco più di 170.500.

I siti archeologici calabresi e i suoi musei statali continuano a non attrarre. Gli incassi scendono del 2,59%, con una Calabria che sprofonda nella classifica nazionale: rispetto alla terra della Magna Graecia fanno peggio solo Molise e Sardegna, mentre l’Umbria perde un po’ meno, uno  0,29% rispetto al 2010.

Il servizio integrale a cura di Antonietta Catanese sull’edizione cartacea de Il Quotidiano

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